Che cosa ti viene alla mente se ti dico «dodecafonia» o «musica seriale»? Dipende da se tu sia interessato alla musica da concerto del Novecento, naturalmente, e se ti piaccia ascoltarla.
Quasi certamente non ti verrebbe in mente il jazz; eppure la tecnica compositiva seriale, o dodecafonica, ha interessato diversi jazzmen e qui sopra ne abbiamo ascoltato almeno un’istanza anni fa, opera di Don Ellis. Ma laddove il lavoro di Ellis, pur interessante, restava espressivamente irrigidito da una certa dimostratività – cose che può dirsi anche di altra della sua musica – , questo pezzo di Shelly Manne mostra un impiego delle serie dodecafonica in modo espressivamente finalizzato a un jazz da una parte tardo-West Coast, dall’altra impegnato a swingare duro.
(Il West coast jazz, mi piace ricordare, aveva poi sempre mostrato un côté intellettuale e avanguardistico, dovuto fra l’altro al fatto che alcuni dei suoi esponenti maggiori – proprio Shorty Rogers e Jimmy Giuffre qui presenti, e poi John Graas, Bob Florence e altri ancora – erano stati studenti di Wesley La Violette, compositore accademico di quell’inclinazione).
La row del titolo del primo pezzo è, ovviamente, la serie di dodici note che fornisce la base alla composizione di Shorty Rogers, serie ripetuta a sua volta dodici volte nel corso dell’esecuzione.
With A Song In My Heart viene da una seduta di pochissimi giorni dopo (siamo nel 1954) la cui singolarità è non la struttura musicale ma, come del resto nella precedente, la formazione, pianoforte e batteria. È sempre un piacere ascoltare Russ Freeman, musicista di inconfondibile personalità.
Three On A Row (Rogers), da «“The Three“ And “The Two”», [Contemporary] OJCCD-172-2. Shorty Rogers, tromba; Jimmy Giuffre, sax baritono; Shelly Manne, batteria. Registrato il 10 settembre 1954.
With A Song In My Heart (Rodgers-Hart), ib. Manne; Russ Freeman, piano. Registrato il 14 settembre 1954.
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2 commenti:
Bel disco.
Disco bello, Manne batterista di grande sensibilità e intelligenza. E bentornato a te, Marco.
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