giovedì 2 luglio 2020

I Thought About You – Lonely Woman – Crepuscule With Nellie (Branford Marsalis)

 Ventisettenne nel 1987, Branford Marsalis registrò «Random Abstract» con intento un po’ postmoderno un po’ sardonico, conforme alla sua indole capziosa e non poco intellettualistica. 

 Più che dare prova di una fedeltà pugnace ai valori della tradizione jazzistica, secondo l’ideologia implicita o professata dagli altri young lions e da suo fratello per primo, mi pare che qui Branford volesse da una parte mostrare gli attrezzi del mestiere – che possedeva tutti, in bell’ordine, luccicanti e affilati – e dall’altra dichiararsi his own man, artista libero da qualunque impegno dimostrativo o ideologico. 

 Da filologo disinibito, qui lo senti prima interpretare, quasi canalizzare Ben Webster (in I Thought About You) e poi rifare con gusto e abbandono addirittura Jan Garbarek (!) in una lettura di Lonely Woman di Ornette così attraversata di allusioni e significazioni da proporsi come un vero saggio di intersezionalità musicale e culturale. (Anni dopo, in Lykief, contenuto in «Requiem», disco del 1998, Marsalis si divertirà ancora a parodiare, o a omaggiare, l’European Quartet di Jarrett)

 Metto in fine Crepuscule With Nellie perché è un pezzo che, quando lo incontro in un disco, non posso non farti sentire, tanto mi commuove: credo sia la mia composizione di Monk preferita. Marsalis e i suoi, fra cui il molto rimpianto Kenny Kirkland, si limitano a suonare il tema con rispetto e un paio di modesti ritocchi armonici. L’esecuzione serve a ricordarci che, perfino per un musicista dell’intelligenza e della preparazione di Branford Marsalis, dare un’interpretazione significativa della musica di Monk non è impresa scontata.

 I Thought About You (Mercer-Van Housen), da «Random Abstract», Columbia CK 44055. Branford Marsalis, sax tenore; Kenny Kirkland, piano; Delbert Felix, contrabbasso; Lewis Nash, batteria. Registrato nell’agosto 1987.

 Lonely Woman (Coleman), id.

 Crepuscule With Nellie (Monk), id.

3 commenti:

Paolo il Lancianese ha detto...

In un disco molto interessante, con molta carne al fuoco, ciascuna però ben cucinata (c'è anche una versione a mio avviso assai riuscita di "Yesterday's", oltre a un bel pezzo di Kirkland, qui molto ispirato), l'interpretazione di "Crepuscule with Nellie" convince proprio per la sua essenziale fedeltà al tema. Monk, più di chiunque altro, va trattato con religioso rispetto. Va, appunto, interpretato, cercando di seguirlo sulla sua strada (se ci si riesce). Re-interpretarlo è pericoloso. E non porta a niente.

Marco Bertoli ha detto...

Ciao Paolo!

lucioms ha detto...

Davvero un bell'album che, almeno fino ad oggi, non avevo mai ascoltato. Grazie per aver colmato questa lacuna.