Hersog non ha bisogno di saturare lo spazio sonoro, né di farsi sentire in continuazione sotto i solisti, per creare un’atmosfera sonora persuasiva e personale: in questo è simile a Gil Evans il quale, se ricorda per la strumentazione, sbilanciata verso gli ottoni e ricca di legni-non saxofoni, non ricorda invece se non occasionalmente per gli impasti.
Le doti di Hersog, per me evidenti anche o soprattutto in assenza qui di solisti di nota, me le conferma il resto di questo disco, per esempio l’omaggio a Jarrett di Motion e Indelible, la cui movenza motoristica in even eights, memore di certo jazz americano contemporaneo, non soccombe alla meccanicità grazie anche a una scrittura disinvolta per gli ottoni.
Smoke Gets In Your Eyes (Kern), da «Night Devoid Of Stars», Cellar Music. Michael Kim, Brad Turner, Derry Byrne, Jocelyn Waugh, tromba e flicorno; Rod Murray, Jim Hopson, Brian Harding, trombone; Sharman King, trombone basso; Chris Startup, Michael Braverman, sax alto, soprano, clarinetto; Noah Preminger, Tom Keenlyside, sax tenore, flauto, ottavino, flauto contralto; Ben Enriques, sax baritono, clarinetto basso; Frank Carlberg, piano; James Meter, contrabbasso; Michael Sarin, batteria. Registrato il 10 e l’11 maggio 2019.
Motion (Hersog), id.
3 commenti:
Non lo conoscevo. Mi sembra davvero molto interessante. Tutto tenuto su un registro che non so se è corretto definire mediano, ma insomma, tanto per capirci...
C'è abbastanza arrosto nel fumo di Kern in versione quasi puntilistica. Qualche dubbio sulla resa a velocità più sostenute. Dubbi non fugati dal garbato omaggio a Jarrett (nonostante il titolo), nè dall'altro tema.
Hersog non ha scelto la via facile del fragore e del virtuosismo orechstrale (la «funzione Kenton» che è sempre in agguato nelle orchestre ‘bianche‘).
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