mercoledì 1 maggio 2013

This Subdues My Passion (Charles Mingus)

 Scaturigini del pensiero musicale di Charles Mingus (erano anni che volevo usare «scaturigini»). Siamo nel 1946 nella sua natìa Los Angeles, in una delle prime sedute di Mingus a proprio nome sotto lo pseudonimo di «Baron» Mingus.

 This Subdues My Passion è una composizione di limpida matrice ellingtoniana-strayhorniana, come appare dall’orchestrazione (molto abile, fa immaginare una compagine più ampia di quanto non sia) con il clarinetto come voce guida e dal breve assolo di Buddy Collette, che omaggia Johnny Hodges.

 Come ha osservato Andrew Homzy, mentre la lunga melodia è «grosso modo» durchkomponierte, cioè continua e non sezionale nel suo sviluppo, la sequenza armonica segue uno schema a specchio ABCCBA.

 This Subdues My Passion (Mingus), da «Charles ‘Baron’ Mingus - West Coast 1945-49», Uptown UPCD 27.48. Baron Mingus And His Octet: Karl George, John Anderson, tromba; Britt Woodman, trombone; Buddy Collette, clarinetto e sax alto; William Woodman, sax tenore; Lady Will Carr, piano; Louis Speigner, chitarra; Charles Mingus, contrabbasso; Lee Young, batteria. Registrato il 20 aprile 1946.



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8 commenti:

antonio lillo ha detto...

che bel regalo musicale per questo primo maggio :)

(poi mi vien da pensare che la cosa bella con mostri pantagruelici come mingus, è che sono incontenibili, per quanto ti sforzi di ascoltare tutto spunta sempre fuori qualcos'altro che non hai ancora sentito... è straordinario!)

Marco Bertoli ha detto...

Auguri!

Carlo ha detto...

Che respirabilissima atmosfera fumosa!
Buon I° maggio!

Marco Bertoli ha detto...

Buon primo maggio già trascorso! Se capiti nella fumosa Milano fammi uno squillo.

Carlo ha detto...

Certamente!
L'intenzione era per questa settimana, ma temo di non farcela. La prossima sicuramente!
Ciao Marco!

brino puzzul ha detto...

senza dubbio una delle mie composizioni preferite di mingus. E' vero che l'influenza di Strayhorn si sente tutta (le armonie mi ricordano parecchio quelle di Chelsea bridge). A quando un post o una discussione su migliori compositori/composizioni (e su pezzi musicisti più sottovalutati in tal senso) della storia del jazz?

Marco Bertoli ha detto...

Non sono tanto bravo a escogitare post che suscitino una discussione, ma può sempre capitare. O se no, potresti scrivermi tu un bel guest post.

brino puzzul ha detto...

Non saprei farlo, soprattutto per ignoranza. Però ecco, di sicuro sarei curioso di scoprire qualche bella composizione nel jazz moderno (Non necessariamente standard (che tanti pezzi bellissimi non diventano standard per tante ragioni), diciamo dagli ottanta in avanti, che a me viene in mente poco. Qualcosa di Don Grolnick, forse qualcosa di Kenny Barron e Jessica Williams, Cedar Walton, però anche i musicisti più celebrati che un po' conosco (David Murray, Muhal Richard Abrams, Henry Threadgill, Tim Berne, Braxton) non li vedo da quel punto di vista al livello dei compositori delle generazioni precedenti: i vari Monk, Shorter, Nichols, Hill, Golsom, Silver, Moncur, Massey eccetera. Ecco: ci sono pezzi che rimarranno o che comunque sono significativi e memorabili come quelli del passato?