mercoledì 19 ottobre 2016

Yesterday’s Tomorrow (Andrew Hill)

 Questo disco di Andrew Hill, registrato nel 1969, pubblicato nel 2003 e già comparso su Jnp, è controverso anche fra gli ammiratori di Hill. A me piace molto, come già ho detto, per l’eterodossia della scrittura, che proprio per essere poco (diciamo così) «professionale» risulta particolarmente creativa, con quel ruolo guida conferito al clarinetto basso.

 In Yesterday’s Tomorrow Hill ha creato un piccolo concerto jazz per pianoforte e orchestra, con una dialettica fra solista e gruppo che a momenti si contrappongono senza urti e a momenti si mescidano. Notevoli all’inizio, molto hilliane, le due linee di basso simultanee di tuba e contrabbasso.

 Yesterday’s Tomorrow? Ma è oggi! Andrew Hill ci invita a restare nel momento presente. La sua musica, come sempre serenamente incerta e fuggevole, ci mostra anche come.

 Guarda il caso, ho appena letto in un racconto di Murakami Haruki questa versione di una congetturale traduzione giapponese («sconclusionata») delle prime parole di Yesterday di Paul McCartney:
Ieri è l’altroieri di domani
il domani dell’altrioeri
(da Uomini senza donne, Einaudi 2016, p. 39. Trad. it. di Antonietta Pastore).

 Yesterday’s Tomorrow (Hill), da «Passing Ships», Blue Note CD 7243 5 90417 2 8. Dizzy Reece, Woody Shaw, tromba; Robert Northern, corno; Julian Priester, trombone; Howard Johnson, tuba, clarinetto basso; Joe Farrell, corno inglese, sax tenore; Andrew Hill, piano; Richard Davis, contrabbasso; Lenny White, batteria. Registrato il 7 novembre 1969.

3 commenti:

isa ha detto...

Murakami sarebbe orgoglioso di questa menzione speciale su un autore complesso da contorni indefiniti come Hill. Stasera gli mando il link del blog :-)
(I.M.)

Marco Bertoli ha detto...

I.M., la sola commentatrice che ne vale 2…

isa ha detto...

😎