Ricompare dopo circa dieci anni su Jnp Edward Simon (1969), pianista e compositore venezuelano che ha svolto in USA una bella carriera, prima come sideman di nomi illustri (ricordo Terence Blanchard e Greg Osby) e poi con complessi suoi, alcuni dei quali vòlti a combinare il jazz con le musiche del Venezuela.
Tale fusion non è nel programma di questo piano solo recente, che avrebbe ben figurato nella famosa serie pianistica della Maybeck Hall (è anche questa una ripresa dal vivo, a Oakland in California). Simon è un pianista di grande destrezza, classicamente istruito ed esperto nei vari dialetti del mainstream jazzistico e affronta il cimento del piano solo come ci si può aspettare: Lush Life presenta molti appoggi alle tentazioni «concertistiche» che si offrono a un musicista del genere, con la sua melodia continua e ritmicamente fluttuante, in recitativo, che ben si presta a una resa agogica ad libitum, ricca di cadenze e fermate.
Interessante trovo la versione simoniana di Monk’s Mood, dove interessante va letto come nel famoso malaugurio cinese o preteso tale, «possa tu vivere in tempi interessanti». Mi limiterò a dire – e mi piacerebbe che completassi tu nei commenti, o se no mi contraddicessi – che Edward Simon non è di quei pochi musicisti naturalmente inclinati a interpretare la difficile musica di Thelonious Monk.
Nel disco, Simon suona anche Monk’s Dream, con esiti di poco migliori.
Lush Life (Strayhorn), da «Solo Live», Ridgeway Records. Edward Simon, piano. Registrato il 27 luglio 2019.
Monk’s Mood (Monk), id.
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