I songbook di Ella Fitzgerald (ne dedicò anche a Gershwin, Porter, Rodgers & Hart, Berlin, Ellington) sono indispensabili non solo per la perfezione musicale e la proprietà delle esecuzioni, ma anche perché le canzoni vi sono eseguite in forma completa: comprendono cioè, oltre al chorus, il ritornello sulla cui sequenza armonica i jazzisti sono soliti improvvisare, anche il verse o strofa, o sia quella parte «narrativa» della canzone che colloca la canzone stessa all’interno della situazione drammatica da cui è tolta. Non dimentichiamo che gli standard del jazz vengono per la più gran parte dalle commedie musicali, nelle quali svolgono la funzione dei pezzi chiusi nell’opera sette- e ottocentesca, con il verse come recitativo che introduce l’Aria.
Ai songbook che Norman Granz produsse per Ella diedero contributi essenziali i direttori musicali, qui Nelson Riddle e altrove Buddy Bregman, con arrangiamenti raffinati che contemperano l’orchestra di fossa di Broadway con la big band jazzistica.
I Can’t Help Lovin’ Dat Man (Kern-Hammerstein II), da «Ella Fitzgerald Sings the Jerome Kern Songbook», Verve. Ella Fitzgerald con orchestra arrangiata e diretta da Nelson Riddle. Registrato nel 1963.
2 commenti:
ai tempi del conservatorio le esecuzioni di Ella venivano prese come fonte di autorità assoluta per dirimere le controversie filologiche sulle melodie delle canzoni.
p.s. bentornato Marco e bentornato blog, un passo dopo l'altro...
Grazie! Ciao, Alberto.
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