Ecco Hank Mobley venticinquenne nel primo disco a suo nome (il live «Newark 1953» ha visto infatti luce postumissima solo qualche anno fa).
Il lineup è quello degli originali Jazz Messengers, quelli del leggendario live «A Night at Birdland» dell’anno prima, meno Kenny Dorham. Art Blakey risulta più leggero del solito e Horace Silver a me sembra il pianista ideale per stimolare il giovane Mobley, che qui è vivace e spiritoso come rare altre volte sarebbe stato in seguito ma anche già caratterizzato da quella pensosità che a mio giudizio lo apparenta a Wardell Gray, che ti ho fatto sentire due giorni fa.
Per il mio gusto, e mi piace rimarcarlo ogni volta che te lo presento, pur nell’accidentata sua carriera Mobley è stato il terzo grande del sax tenore negli anni Sessanta, insieme con Shorter, dopo gli ovvî Coltrane e Rollins e prima di Dexter Gordon.
Hank’s Prank (Mobley), da «Hank Mobley Quartet», Blue Note. Hank Mobley, sax tenore; Horace Silver, piano; Doug Watkins, contrabbasso; Art Blakey, batteria. Registrato il 27 marzo 1955.
My Sin (Mobley), id.
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