Reload dal 20 febbraio 2011. Dove esordisco dicendo «in questo periodo», alludo a quel periodo, dieci anni fa. Il quartetto di Billy Hart si è esibito da poco in alcune città italiane, e in almeno due casi in presenza di lettori di Jnp.
In questo periodo, come ti sarai accorto, sto riflettendo sulla questione del «repertorio» nel jazz moderno e della reinterpretazione di composizioni jazzistiche del passato.
Keith Jarrett, che come ogni pianista jazz moderno ha le radici nel bebop (anche se è stato fra quelli che se ne è più cospicuamente allontanato), queste origini ha omaggiato in particolare nell’ultimo suo disco con l’American Quartet, e segnatamente in Bop-Be, un pezzo che a me pare proprio una versione di Confirmation di Parker, con un’alterazione del bridge e con una melodia diversa. Senza rinunciare a nessuna delle sue idiosincrasie e a dispetto di una sezione ritmica in questo senso non idiomatica, la sua è, al cuore, un’esecuzione bebop di classe.
Quasi trent’anni dopo, Billy Hart con il suo quartetto di giovani cannoni dà di Confirmation una versione, mah, postmoderna?, in cui lo head originale di Parker è mantenuto, anzi, è enunciato con deliberata pedanteria (e per ben tre volte), come Jarrett non faceva, mentre i solisti trattano poi il giro armonico con una molta libertà e discrezione ritmica; Ethan Iverson, che sotto l’assolo di Mark Turner tace, è al suo più astratto e arzigogolato, anche se si concede la civetteria di inserire nel suo assolo una delle citazioni predilette di Parker, la Habanera della Carmen. Se Jarrett dava del bebop una versione elaborata ma di discendenza ancora chiara e non rinnegata, qui la musica di Parker appare definitivamente storicizzata, cioè lontana: tanto che i quattro non hanno sentito, come Jarrett, il bisogno di cambiare titolo.
Bop-Be, da «Bop-Be», Impulse! IA 9334. Keith Jarrett, piano; Charlie Haden, contrabbasso; Paul Motian, batteria. Registrato nel febbraio 1977.
Confirmation (Parker), da «Quartet», High Note HCD 7158. Mark Turner, sax tenore; Ethan Iverson, piano; Ben Street, contrabbasso; Billy Hart, batteria. Registrato il 14 ottobre 2005.
4 commenti:
Molto interessante questo confronto, grazie.
Di niente.
L'influenza bop si ascolta in Jarrett specialmente sugli standard veloci, quando s'infila nelle ritmiche rock, allora il fraseggio diventa un po' più arcaico, a volte quasi gospel.
Per esempio?
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