martedì 30 dicembre 2014

[Guest post #53] Ermes Rosina & Walt Dickerson

Interrompe l’astinenza da guest post il molto gradito esordio da guest poster di Ermes Rosina, che corrobora una bellissima scelta, alla quale applaudo con calore, con un accostamento poetico. Bene bene.

 Anch’io, come Marco, ammiro l’arte di Walt Dickerson. Tanto più in questi giorni in cui l’aria e le menti sono rarefatte e riflessive come la sua musica.

 In questo disco in duo (ma potrei citare anche quello, piuttosto diverso, con Sun Ra), e specie in questo brano, credo possiamo apprezzare una sintesi tra la vena  intima e quella  sperimentale.

 Instabilità armonico-melodica e  sottigliezze timbriche  (a cui contribuisce in modo decisivo Richard Davis: l’introduzione del pezzo, a lui affidata, è  semplicemente meravigliosa!) disegnano un’epifania per me inesplicabile sul piano (soltanto) musicale.

 Una logica  impalpabile, eppure, direi, «oggettiva» la sottende: «quel» suono o «quel» silenzio» non potrebbero non essere «lì», così come si presentano, anche se non sai il perché: lo intuisci a posteriori. Mi ricordano la luce esatta, intuita da Amelia Rosselli  nelle ultime righe del suo  introspettivo e nondimeno oggettivo  «Diario Ottuso»,  a rischiarare  una paradossale «dimensione vitale», fatta di non sapere, non vedere, non capire.

 Siamo in giorni di feste e di regali, e – scusa Marco se mi auto-regalo questa libertà –  alla poeta (musicale fino al midollo, come pochi altri poeti), alla «Sua intuizione» (e di Walt Dickerson),  a chi abita nella dimensione vitale di cui sopra, vorrei «regalare» questo post.

 Her Intuition (Dickerson), da «Divine Gemini», SteepleChase - SCS - 1089. Walt Dickerson, vibrafono; Richard Davis, contrabbasso. Registrato il 9 febbraio 1977.



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3 commenti:

Paolo Lancianese ha detto...

Mai e poi mai mi sarei aspettato di veder evocato qui il nome della grande Amelia - in questo che pur è luogo di incontri inaspettati e alti e altri. Mai mi sarei aspettato di vederlo accostato a quello di Walt Dickerson. Eppure quel che dice Rosina è tutto vero, tutto giusto. La Rosselli era devastata da fantasmi che mai la lasciavano in pace, ma i suoi versi sono sempre regolati da una logica esatta e luminosa; la sua natura lirica poteva anche essere nascosta dalla capacità di sperimentazione, ma affiorava in maniera lampante soprattutto quando la sentivi leggere i suoi versi: il suono della sua voce, i suoi silenzi.
Basta così. E' stato davvero un grande regalo. Grazie.

sergio pasquandrea ha detto...

ehi, ma sbaglio o tempo fa (prima dell'estate?) ti spedii un guest post su Ellington?
se non ce l'hai più, te lo rimando...

Marco Bertoli ha detto...

Segio, non ce l'ho! Rimanda, grazie?