giovedì 29 maggio 2014

My Romance – Prelude to a Kiss (Brad Mehldau)

 Brad Mehldau è un pianista che mi dice poco, pur essendo bravissimo; del resto, non ho mai pubblicato un pezzo suo e credo che su Jazz nel pomeriggio lo si sia sentito solo in un’occasione, come sideman di Kurt Rosenwinkel.

 Tuttavia l’amica Luciana Coniglio mi ha chiesto che lo facessi sentire e non potrei, dicendole no, continuare a stimarmi una persona educata. Ho selezionato non da certe sue recenti o semirecenti imprese ambiziose e strane, ma dal suo disco d’esordio in trio, ormai di quasi vent’anni fa.

 A Mehldau danno grandissimo fastidio i paragoni, che sempre si sono fatti, del suo stile con quello di Bill Evans. Da una parte un’influsso c'è, e il programma di questo disco ha una canzone che a Evans è associata indissolubilmente, My Romance; ma proprio sentendolo nella canzone di Rodgers & Hart, di cui Mehldau, a differenza di Evans, esegue anche il verse, bisogna dire che le somiglianze sono molto più circoscritte e meno significative di quanto si è voluto vedere: ritmicamente, Mehldau è infinitamente più semplice e meno interessante di Evans; armonicamente e timbricamente, i suoi voicing sono assai più stretti e le parti d’armonia normalmente non suddivise fra le due mani. Il tocco, semplicemente, è meno raffinato di quello di Evans, e parecchio. Ma il fatto è che il confronto con Evans temo proprio sia stato suggerito da una volgare analogia extramusicale, che tuttavia, per fortuna, credo non trovi più da tempo ragione.

 Segue un capolavoro ellingtoniano. Mehldau enuncia l’una e l’altra canzone con caratteristica asciuttezza, delineando i temi in modo semplice e sgranato, volutamente quasi inespressivo, concludendo Prelude con una coda contrappuntistica ingegnosa ma di piuttosto futile e incongrua. Come sempre con questo pianista, io ne ricevo l’impressione che si stia facendo i fatti suoi al pianoforte, senza molto interesse a comunicare con chi lo ascolta.

 Nota di costume: con questo disco s’iniziò una breve voga di mettere in copertina dei dischi di un pianista il titolare – più raramente il complesso intero – seduto a un diner, davanti alla vetrina, con una tazza di caffé innanzi o in mano e lo sguardo assorto nel vuoto.

 My Romance (Rodgers-Hart), da «Introducing Brad Mehldau», Warner Bros. 9362-45997-2. Brad Mehldau, piano; Larry Granadier, contrabbasso; Jorge Rossy, batteria. Registrato il 13 marzo 1995.

 Prelude to a Kiss (Ellington), ib. ma Brian Blade, batteria, al posto di Rossy. Registrato il 3 aprile 1995.


8 commenti:

MJ ha detto...

Tutte variazioni, mi sa, sulla celebre copertina di "Nighthawks at the Diner" di Tom Waits.

Marco Bertoli ha detto...

Vedi vedi che cose si imparano!

Alberto ha detto...

Mehldau è bravo, ossia è preparato e sofferto al punto giusto, ma l'unica volta che sono stato a un suo live dopo un'ora mi sono addormentato.

Marco Bertoli ha detto...

Immagino… è perché non è comunicativo.

loopdimare ha detto...

se è per questo io mi sono addormentato ad un concerto di Bill Evans! ma ero stanco e faceva molto caldo nel locale.
quanto alla vivisezione che hai fatto di Brad, molto accurata, ti chiedo se la facessi con Jarrett o Corea cosa otterresti?

Marco Bertoli ha detto...

No no, basta vivisezioni, c'è chi si offende.

Alberto Forino ha detto...

Le osservazioni su Brad possono essere condivisibili (con le dovute proporzioni) il problema è che inanellate una dietro l'altra tutte le magagne ne risulta un giudizio davvero ingeneroso. Credo che resti un pianista più che valido, con i suoi alti e bassi.

tafuri ha detto...

Amato molto dai pianisti e dalle donne, non vado oltre. Ma amo moltissimo il tuo stile, JNP, al punto che vado con avidità a leggere tutto il tuo archivio, un pò a casaccio. E pure su Mehldau non sono d'accordo con nessuna delle critiche che hai fatto!