sabato 3 novembre 2012

Grand Tour (Gerry Mulligan)

 A dimostrazione della verità contenuta nelle parole di Barney Kessel che Sergio Pasquandrea cita nel commento al post che precede, ecco tre fiati (e un sommesso piano elettrico) swingare senza l’ombra di contrabbasso [NB Non è vero! V. nota] e batteria e per giunta su una composizione lenta ed elegiaca.

 Questo disco, nel 1972, fu considerato una specie di «ritorno» di Gerry Mulligan, che per la verità non se ne era mai andato via.

 Grand Tour (Mulligan), da «The Age of Steam», A&M 75021-0804-2. Bud Shank, sax alto; Gerry Mulligan, sax baritono; Bob Brookmeyer, trombone a pistoni; Roger Kellaway, piano elettrico. Registrato fra il febbraio e il luglio 1971.



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2 commenti:

antonio lillo ha detto...

questo è il pezzo che mi ha fatto innamorare di mulligan, il primo suo che ho sentito e ancora uno dei miei preferiti. sarò un fissato io per certe atmosfere ma l'unico che gli sta alla pari, nel mio cuore si intende, è la first song di stan getz e kenny barron (live 91). poi non so, non sono un tale cultore, però se si hanno altri suggerimenti sul tipo, fate pure :)

Marco Bertoli ha detto...

Intanto io mi correggo; l’ombra di un contrabbassista c’è, è quella di Chuck Domanico. Sorry.