mercoledì 9 novembre 2016

Self-Portrait in Three Colors – Pithecanthropus Erectus (Steve Lacy)

 Steve Lacy aveva fra le molte una qualità non ovvia: era un interprete rispettoso e sensibile, ma sempre fantasioso, della musica di altri jazzisti, come dimostrò tante volte con Ellington, con Monk (soprattutto con Monk) e come qui dimostra con Mingus, di cui suona composizioni quasi tutte notissime. Non ho idea se Pithecanthropus Erectus sia stato mai ripreso da altri.

 Questo disco registrato dal vivo a Parigi ci fa anche ascoltare il pianista Eric Watson in un’atmosfera e in un ruolo diversi da quelli in cui l’abbiamo qui sopra già sentito (l’ultima volta giusto un anno fa) e a momenti in umore giustamente malwaldroniano.

 Self-Portrait in Three Colors (Mingus), da «Spirit Of Mingus», FRLCD 016. Steve Lacy, sax soprano; Eric Watson, piano. Regstrato nel dicembre 1991.

 Pithecanthropus Erectus (Mingus), id.

7 commenti:

lillo ha detto...

molto bello! credo sia la prima volta che sento una cover di phitecanthropus erectus in vita mia!

tafuri ha detto...

Si, è molto bella questa versione, e Watson, nonostante un pianoforte non all'altezza, dice la sua. Mi ricordo una lezione di storia del jazz a Siena tanti anni fa su questo brano di Mingus, tenuta magistralmente da Marcello Piras.

Paolo il Lancianese ha detto...

Delle versioni di "Pithecanthropus Erectus" che ho io, la più antica è italiana: di Giorgio Buratti ("Jazz Forms For Export", 1963), incoraggiato nelle note di copertina da Arrigo Polillo e Giorgio Gaslini. La più recente è ancora italiana, dei Quintorigo ("Play Mingus", 2008) cui qui si aggiunge la fisarmonica di Antonello Salis. Poi ci sono: Joe McPhee ("Topology", 1981), Ron Miles ("Witness", 1989), Stefano Maltese ("Open Letter To Mingus", 1999), Paul Motian ("Garden Of Eden", 2004). Al grande Steve Lacy hai provveduto tu. E poi ce ne saranno altri, ma non molti - credo. (Curioso che in questo breve elenco gli italiani siano in maggioranza!).

Marco Bertoli ha detto...

È vero! Grazie Paolo

loopdimare ha detto...

a proposito di Buratti, di cui ho un ricordo tra il vago e mitico dei primi anni 70, che cosa ne pensi? faceva qualcosa di buono o era più scena?

loopdimare ha detto...

sulla maestria di Lacy niente da dire. solo che i bei dischi suoi bisogna estrarli da una quantità da roba discutibile o indigeribile, magari solo per dei compagni di viaggio non all'altezza. al suo meglio è geniale.

Marco Bertoli ha detto...

Buratti per me è un puro nome, non ho mai sentito niente, ma ho visto che su Youtube ci sono diversi dischi.