venerdì 25 settembre 2015

Torrid Zone (Ian Carr & Nucleus)

 Crepuscolo mattinale della fusion e primo disco del complesso inglese Nucleus, brainchild di quel notevole musicista e scrittore di musica che è stato Ian Carr (1933-2009) del quale qui si è già parlato autorevolmente, anche se forse non abbastanza.

 Con gli anni io sono diventato meno sollecito delle etichette e forse anche dei generi – che non sono la stessa cosa, però – e qui sento del jazz eccellente, concepito e suonato da personaggi di alta levatura. Gli inglesi in questione non potevano conoscere «Bitches Brew» di Miles Davis che ancora non era uscito, e nemmeno un disco come «Red Clay» di Freddie Hubbard che veniva registrato proprio nei medesimi giorni del 1970 e che, pare a me, presenta con «Elastic Rock» alcune somiglianze. Che certe cose siano nell’aria in certi momenti è un luogo comune, ma spesso vero.

 In «Red Clay», che compariva su Jazz nel pomeriggio prima del disatro che la scorsa primavera l’ha privato della voce, il pianista era Herbie Hancock e non c’è dubbio che l’influsso della sua musica sia stato molto forte su Ian Carr come del resto su tutto il movimento fusion: è ovvio come questa Torrid Zone sia esemplata direttamente su Maiden Voyage (1965), di cui ripete il pattern ritmico, il profilo melodico, l’uso degli accordi «suspended» e del piano elettrico e perfino la tonalità.

 Torrid Zone (Jenkins), da «Elastic Rock», [Vertigo] Universal Records. Ian Carr, tromba; Brian Smith, sax tenore; Karl Jenkins, piano elettrico; Chris Spedding, chitarra; Jeff Clyne, basso elettrico; John Marshall, batteria. Registrato nel gennaio 1970.

3 commenti:

loopdimare ha detto...

Comprato a Londra nell'estate del '71 assieme a un cofanetto triplo francese (?) che sintetizzava Miles fino a BB (compreso)e che aveva anche un 45 giri con pochi minuti di quello che uscirà poi come Big Fun.
Il disco dei Nucleus lo comprai per la copertina.

Marco Bertoli ha detto...

Sei vecchio

loopdimare ha detto...

ero semplicemente precoce...