sabato 9 giugno 2012

Ballad of a Child Alone (Borah Bergman)

 Borah Bergman (1933) è una delle figure più originali sedutesi al pianoforte negli ultimi trent’anni. Fa una musica difficile, della quale è difficile anche solo parlare. In attesa che me ne senta capace (tu, come sempre, sentitene libero/a), eccone un breve saggio, tratto dall’ultimo dei suoi quattro dischi per piano solo, inciso a Milano.

 Ballad of a Child Alone (Bergman), da «Upside Down Visions», Soul Note 121080-2. Borah Bergman, piano. Registrato nell’ottobre 1984.



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2 commenti:

Paolo Lancianese ha detto...

C'è una grande differenza tra il pianista che suona, mettiamo, con Anthony Braxton in un disco come "Eight by Three" (che continua ad essermi ostico, ma per mia inadeguatezza certo) e quello che suona in solitudine, molto più riflessivo e raccolto in se stesso. Per piano solo sono anche le "Meditations for Piano" del 2003, un disco che mi piace moltissimo (e se proprio devo assomigliarlo a qualcuno, mi viene in mente il nome di Bill Evans. Sbaglio?).

Marco Bertoli ha detto...

Vedi che qui ne sai più tu di me. Lavora su n piccolo guest post…