Quando l’ascolto di un disco mi lascia perplesso, faccio ricorso alle liner notes redatte dall’Autore, qualora siano presenti. Lo sono nel nuovo disco di Fred Hersch. Il pianista presenta il suo trio in tutte sue composizioni, affiancato da un quartetto d’archi.
Hersch spiega succintamente di aver avuto sempre interesse per il quartetto d’archi fin da quando, bambino, studiava il pianoforte con la moglie del violoncellista del famoso LaSalle Quartet e gli piaceva ascoltarne le prove, disteso sul pavimento. Aggiunge: «Quando poi ho cominciato a studiare composizione, a otto anni, quasi tutta la mia musica si è concentrata sulla condotta delle quattro voci».
Cosa anche più importante, Hersch ha concepito questo disco in periodo di lockdown dovuto al COVID-19, tempo in cui ha approfondito con vantaggio e salute la pratica per lui già consueta della meditazione: donde il titolo della composizione in otto movimenti che occupa il disco quasi per intero, Sati Suite, dove sati è la parola pali per «consapevolezza» (mindfulness).
La mia perplessità è sempre la stessa, quando un jazzista vuole associare gli archi, qui poi nella loro espressione quintessenziale e per definizione classica, alla propria strumentazione e alle proprie composizioni: non vi trovo quasi mai una buona ragione musicale. Le parti migliori del disco, o quelle che io ho goduto di più, sono quelle dove il trio suona da solo. Le parti del quartetto d’archi mi sono parse sovrapposte e sommarie nella scrittura; al trio jazz altro non aggiungono che un accompagnamento, un tappeto, di cui si sarebbe con vantaggio fatto a meno.
A parte queste considerazioni, «Breath By Breath» non contiene musica che mi abbia entusiasmato e non lo metterei fra i dischi migliori di Fred Hersch, anzi, è il suo che più mi ha deluso dai tempi di un suo malfatato tentativo di mettere in musica le poesie di Walt Whitman. Capirai a questo punto che mi sia rimasto difficile trascegliere dalla suite: te ne presento i primi tre movimenti.
Begin Again (Hersch), da «Breath By Breath», Palmetto. Fred Hersch, piano; Drew Gress, contrabbasso; Jochen Rueckert, batteria; Crosby Street Quartet: Joyce Hamman, Laura Seaton, violini; Lois Martin, viola; Jodi Redhage Ferber, violoncello. Registrato il 24 e il 25 agosto 2021.
Awakened Heart (Hersch), id.
Breath By Breath (Hersh), id.
5 commenti:
Hersh da tempo ha superato il azz (come molti pianisti) per una zona per lui confortevole di "third stream" non programmatica ma reale. Zona pericolosa perchè si confronta sostanzialmente con canoni classici di difficile imitazione. Rispettiamo la scelta ed apprezziamo la bellezza che c'è, quando c'è.
Qui purtroppo ne sento poca, di bellezza.
Ho ascoltato diverse volte il CD sperando di scoprire qualcosa di più, di ritrovare il pianista che in altre incisioni mi è piaciuto molto, ma l'impressione è rimasta identica: un disco privo di profondità.
Ciao, Isa. Sì, un disco irrilevante.
Ma quali sono i dischi più significativi di Hersch?
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