Ecco del jazz mainstream, colto proprio negli anni in cui questo concetto, fluido per natura, andava almeno vagamente precisandosi, e condotto qui in un alveo espressivo inconfondibilmente armstronghiano dalla tromba di Ruby Braff, titolare delle sedute.
Del quale ho già detto in passato. Oggi voglio che tu noti una cosa, cioè le date di nascita dei compagni di Braff in questi due pezzi. Braff era del 1927; gli altri, tutti nati dal 1900 (Walter Page) al 1916 (Johnny Guarnieri), appartenevano per legittimazione generazionale al jazz classico, e si erano formati e affermati nella Swing era.
Ruby Braff era invece coetaneo di Miles e di Coltrane, anzi, di un anno più giovane di loro, ma aveva scelto di esprimersi nell’idioma di Louis Armstrong. Voglio farti una domanda e sarebbe cortesia da parte tua rispondere con sincerità, visto che non mi sembra di aver preteso mai nulla da te: nel fare così, Ruby Braff ha rinunciato all’espressione personale? Ha compiuto (come direbbe qualcuno) un atto esteticamente «reazionario»? Si è frapposto tra il progresso e il jazz?
(NB Ascolta Bud Freeman in Exactly Like You e, se ti va, confrontalo con il Freeman di sedici anni prima, in duo con Jess Stacy. Troverai in lui un’indole opposta a quella di Ruby Braff: un musicista che desiderava, nei limiti del ragionevole, stare al passo con i tempi. Freeman, nato nel 1906, andò addirittura a prendere lezione da Lennie Tristano, nel 1947).
I Can’t Get Started (Gershwin-Duke), da «The Complete Ruby Braff Betlehem Recordings», Solar 4569909. Ruby Braff, tromba; Johnny Guarnieri, piano; Walter Page, contrabbasso; Bobby Donaldson, batteria. Registrato nell’ottobre 1954.
Exactly Like You (Fields-McHugh), ib. Braff; Bud Freeman, sax tenore; Kenny Kersey, piano; Al Hall, contrabbasso; George Wettling, batteria. Registrato nel luglio 1955.
4 commenti:
1 Ruby Braff ha rinunciato all’espressione personale? direi di no. Se il suo mondo musicale è legato al passato, è giusto che lo coltivi.
2 Ha compiuto (come direbbe qualcuno) un atto esteticamente «reazionario»? Intanto il concetto di reazionario presuppome un atteggiamento "interventista", volto a fermare "orde" di progressisti scatenati. Non mi pare il suo caso. Ha fatto il conservatore, iniziando una pratica che diverrà più popolare co l'avvento dell'era Marsalis. Pratica che, comunque, si potrebbe prefigurare come una possibili strada per una parte del jazz.
3 Si è frapposto tra il progresso e il jazz? Intanto bisognerebbe parlare di evoluzione e non progresso, che prevede una rigida scala evolutiva, difficilmente applicabile all'arte. Diciamo che non l'ha assecondato e forse ha fatto bene, visto che probabilmente non aveva molte idee nuove da proporre. E, in mancanza d'idee nuove, meglio usare quelle vecchie e collaudate.
4 bisognerebbe allora parlare del pubblico che l'ha sostenuto, come di un pubblico retrogrado? forse. Ma il pubblico pagante ha sempre ragione, e poi di fronte a certo free approssimativo proposto in anni eroici, si può capire anche si rifugiava in cantuccio tranquillo e rassicurante.
Sono sostanzialmente d’accordo.
Osservo anche che Ruby Braff non fu mai un bopper, certo, e mai distolse lo sguardo dalla sua stella polare (Armstrong), tuttavia in quasi ogni suo assolo si sente che è un musicista del suo tempo, non degli anni Trenta o Quaranta. Anche qui, in duo con Ellis Larkin (❤), è chiaramente un solista che, senza affatto imitarli, ha sentito e inevitabilmente assorbito parecchio dai moderni.
La mia risposta, naturalmente, è: NO, a tutte le domande.
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