Lester Young suona nel 1947 il consunto standard, uno passato di moda, fra l’altro; se ne rimugina la melodia nella mente e a noi la fa sì e no intravedere, dopo avervi accennato con gesto vago nelle prime due battute.
La sonorità del sax tenore di Lester è, da sola, una delle invenzioni più sorprendenti e caratteristiche del jazz ed è anche, secondo me, la più importante innovazione estetica che il jazz abbia conosciuto, quella con le conseguenze più feconde. Quel suono che Hugues Panassié assomigliò a un clacson d’automobile si manifestò già con Basie in assoli lontanissimi dall’accanimento feroce nello sviscerare ogni accordo, accanimento tipico di Hawkins e dei suoi seguaci (cioè, alla metà degli anni Trenta e per dieci anni ancora, di tutti i sax tenori), e comunica un senso di libertà e distacco che si ritrova, certo, nei tenori lesteriani del dopoguerra, del bop e del cool, ma anche più schiettamente in Wayne Shorter: riflettevo così su Jazz nel pomeriggio dieci anni fa nell’ascoltare uno dei primi assoli registrati di Shorter, in un disco di Wynton Kelly del 1959: «La sonorità è corpulenta e nebbiosa e la condotta melodica (che insiste su un frammento di scala a toni interi) e ritmica è curiosamente indipendente dalle armonie di base. È immaginabile o inevitabile che Shorter avesse ascoltato quanto Ornette andava facendo in quel torno di tempo, ma è certo, e quest’assolo lo dimostra, che avesse assorbito e fatto sua la lezione di Lester Young».
On The Sunny Side Of The Street (Fields-McHugh), da «The Complete Aladdin Recordings Of Lester Young», Blue Note. Lester Young, sax tenore; Argonne Thornton (Sadik Hakim), piano; Fred Lacey, chitarra; Rodney Richardson, contrabbasso; Lyndell Marshall, batteria. Registrato il 18 febbraio 1947.
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