giovedì 23 novembre 2017

McNeil Island (Andrew Hill) RELOAD

Reload dal 18 novembre 2015. Sono trascorsi due anni, io ancora non ho tradotto un libro di Max Beerbohm. 
 Andrew Hill è uno dei maggiori impressionisti del jazz, almeno così pare a me. Voglio sottolineare del jazz, perché nel jazz, a mio avviso, il termine è da investire di un altro significato da quello che gli è applicato nell’arte occidentale: nell’«impressionismo» del jazz non scapitano la forma, i contorni, la definizione; piuttosto, questi caratteri assumono una qualità sospesa, mutualmente isolata, come per un acuirsi della percezione, non un suo confondersi. I due più grandi impressionisti del jazz, va senza dire, sono stati Duke Ellington e Billy Strayhorn, ma un altro, per rimanere ad ascolti qui recenti, è stato Booker Little, per tacere di Jelly Roll Morton.

 «Black Fire» è uno dei dischi di Hill che io preferisco e McNeil Island, in tutta la sua brevità, ne è un pezzo forte. Mi dispiace solo che qui sia assente il batterista della seduta, Roy Haynes, che, nelle note originali al disco, A.B. Spellman, autore che ho avuto la fortuna di rendere nella mia vaga e improbabile «carriera» di traduttore, definisce sorprendentemente «Il Beerbohm del bebop». Non saprei dire che cosa gli abbia suggerito l’accostamento, che però mi ha deliziato, entusiasta come io sono sia di Haynes sia di Max Beerbohm.
 Anzi, quanto a questo: chissà se, prima che io muoia o che il mondo finisca con uno schianto o con un lamento, mi verrà data l’occasione di tradurlo. Fra le tante migliaia dei lettori di Jazz nel pomeriggio non c’è chi dirige una casa editrice avventurosa, a parte il caro Antonio Lillo?

 McNeil Island (Hill), da «Black Fire», Blue Note 7243 5 96502 2 7. Joe Henderson, sax tenore; Andrew Hill, piano; Richard Davis, contrabbasso. Registrato l’8 novembre 1963.

5 commenti:

lillo ha detto...

essere citato su jazz nel pomeriggio per me è un onore grandissimo!

se ne trovi uno meglio distribuito, a me fa piacere. per il resto, editorialmente parlando, sono a tua completa assoluta disposizione, lo sai :)

Marco Bertoli ha detto...

Ci sentiamo presto… :-)

Paolo il Lancianese ha detto...

C'è un errore nel link?

Marco Bertoli ha detto...

Corretto, grazie!

Anonimo ha detto...

ne approfitto per chiedere che ne pensate di The day the heart stood still, disco che mi sembra trascuratissimo nella discografia di Hill e che ho ascoltato ossessivamente, a differenza dei giustamente lodati Dusk e Time Lines di non molto successivi.

Antonio P.