martedì 21 novembre 2017

’Round About Midnight – I Got It Bad [And That Ain’t Good] (Lee Konitz)

 Ripiglio il discorso di due giorni fa: quali sono le caratteristiche di un’interpretazione musicalmente plausibile delle composizioni di Monk? «Musicalmente», cioè espressivamente plausibile nel rispetto dei parametriformali della composizione.

 Per esempio, non mi sembra che qui ci siamo, malgrado i bei nomi coinvolti. Che cosa avrà indotto una mente musicale di prim’ordine come Bill Russo a concepire quest’arrangiamento da telefilm per un quartetto d’archi di scrittura a un tempo rigida e sfrangiata, incoerente, con puntature, sul finale, di puro cattivo gusto e con insipide revisioni armoniche, in una cornice di grande rigidità ritmica? Un’esperienza d’ascolto che ho trovato senz’altro sgradevole.

 Lee Konitz, ‘featured soloist’ in questo disco per il resto non così male, teste il successivo standard ellingtoniano, si estranea e va «through the motions», come si dice, cioè fa meccanicamente quello che ci si aspetta da lui, che non è davvero molto nell’occasione. Ma forse, anche in condizioni più propizie, il repertorio monkiano non gli è il più congeniale.

 ’Round About Midnight (Monk), da «Lee Konitz With Strings: An Image», Verve [ora in «Lee Konitz Meets Jimmy Giuffre», Verve 527 780-2. Lee Konitz, sax alto, con Lou Stein, piano, Billy Bauer, chitarra, Milt Hinton, contrabbasso, Sol Gubin, batteria; quartetto d’archi. Bill Russo, arrangiamento. Registrato nel febbraio 1958.

 I Got It Bad (Ellington), id.

4 commenti:

Paolo il Lancianese ha detto...

Questa interpretazione di Monk era già in testa alla mia lista nera. Ma un merito ce l'ha: esemplifica, nella sua durata, tutto ciò che Monk NON è.

Paolo il Lancianese ha detto...

Urge che domani tu faccia ascoltare qualcosa (qualsiasi cosa) di Steve Lacy. Così si chiarirà che cosa davvero ci vuole per rifare Monk senza tradirlo. Lo devi prima studiare, e introiettare, usare lo scalpello dello scultore, la gomma per cancellare del disegnatore, sottarre per arrivare al midollo, affilare (non smussare) gli spigoli... Lacy lo ha fatto, ma ci ha messo tutta la vita.

Paolo il Lancianese ha detto...

Scusa, Marco, non volevo essere maleducato, suggerendoti cosa fare ascoltare. Era solo un espediente retorico per esprimere il mio pensiero.

Marco Bertoli ha detto...

Anzi, mi hai salvato la giornata Jnp di domani!