Del genuino mistero costituito da Sonny Stitt e dalla sua relazione con Charlie Parker ho detto qui quello che avevo da dire, che è poco. Questo disco è bello, tutti vi suonano da par loro ma John Lewis ancora più da par degli altri, con degli accompagnamenti indaffaratissimi.
Ko-Ko, da parte sua, costituisce un mistero tutto a sé. La versione originale del ’45 ha qualcosa, più ancora che di esoterico, di misterico, appunto, un mistero del bebop originario, una cifra forse della vita e cultura negra che a noi è precluso: prima e dopo che Bird si metta a improvvisare sul giro di Cherokee, come qui Stitt, che cosa diavolo suonano veramente lui, Dizzy e Roach? Che cosa sono quelle linee balenanti e armonicamente elusive che Miles Davis non era stato in grado di suonare quel giorno? In che rapporto stanno con quanto segue e poi precede? Stitt ripete tutto alla lettera, ma come un devoto preconciliare, di quelli che biascicavano la liturgia latina senza veramente capirla.
Yardbird Suite (Parker), da «Stitt Plays Bird», Altantic SD 1418. Sonny Stitt, sax alto; John Lewis, piano; Jim Hall, chitarra; Richard Davis, contrabbasso; Connie Kay, batteria. Registrato il 29 gennaio 1963.
Constellation (Parker), id.
Ko-Ko (Parker), id.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Splendida tripletta!
eppure basterebbe ascoltare il suo contributo al tenore per capire che non poteva essere derubricato a semplice clone di Parker nemmeno al contralto
Posta un commento