1965, anno di free forms nel jazz. Yusef Lateef, come tutti i veri artisti, era stato free fin dai suoi esordi senza doversi neanche porre il problema. La libertà la trovava entro una forma, conoscendole bene tutte, e la sua forma era poi la sua libertà. Libera e felicissima, per esempio, fu la scelta del pianista George Arvanitas per questa seduta.
Medula Sonata (Lateef), da «Psychicemotus», Impulse! 5362765. Yusef Lateef, sax tenore; George Arvanitas, piano; Reggie Workman, contrabbasso; James Black, batteria, percussioni. Registrato nel luglio 1965.
Psychicemotus (Lateef), ib. Ma Lateef suona il flauto.
First Gymnopedie (Satie), id.
3 commenti:
Mi piace molto il suo album "The Blue Yusef Lateef" dove sperimenta il blues mischiandolo con sonorità world, molto prima che venisse di moda farlo.
Questa incisione è di 3 anni prima e mi sembra che le percussioni siano usate quasi in maniera "folk". Arvanitas mi sembra più libero del solito.
Purtroppo nel giro di poco tempo chi darà il brutto disco dedicato a Detroit con le plateali concessioni alla fusion, assolutamente fuori dal suo registro.
Maledetta Atlantic!
Atlantic? Non dici questo della CTI?
Si m anche l?Atlantic ha fatto dei brutti dischi in quel periodo. solo che erano pochi.
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