Reload dal 6 gennaio 2017.
Mi piace tanto Vic Dickenson perché suona il trombone come andrebbe suonato ma soprattutto perché suona come parla. Mi spiego: io naturalmente non so come parlasse Vic Dickenson, non l’ho mai sentito, ma i suoi assoli hanno l’articolazione, il passo, il
pathos, le pause, l’umorismo, anche gli occasionali difetti o eccentricità di pronuncia di un eccellente e affabile conversatore, di quelli che sanno parlare di tutto con tutti e hanno sempre cose interessanti da dire, mai invadenti, mai ossessi di sé; lo stesso direi dei suoi colleghi di
front line qui, Shad Collins, Ruby Braff e soprattutto il meraviglioso
Edmond Hall al clarinetto, uno dei veri grandi del suo strumento.
La qualità vocale, discorsiva, dialogica,
unhurried dell’eloquio musicale era più spesso riscontrabile nei vecchi musicisti, quelli di prima del ’45 e certamente qui è stimolata ed agevolata, in
Suspension Blues, dalla sezione ritmica di Count Basie. Nota anche come, in questi incunaboli del
mainstream, Dickenson sia per usi armonici e ritmici, più ancora che «moderno», fuori dal tempo.
In
Waterfront, Sir Charles Thompson sembra non fare niente di speciale, ma costruisce tre brevi assoli di compiuto arco drammatico.
Aggiunta del giorno dopo: leggo ora che cosa ha detto Tom Harrell a Ethan Iverson:
Trumpet playing — all brass playing — interacts with singing and
talking, too, because you’re forming words, you’re forming syllables as
you play for different articulation, different types of tonguing.
Suspension Blues (Dickenson), da
«Vic Dickenson Septet», Vanguard VRS 8520/1.
Lester «Shad» Collins, tromba;
Vic Dickenson, trombone;
Edmond Hall, clarinetto;
Sir Charles Thompson, piano;
Steve Jordan, chitarra;
Walter Page, contrabbasso;
Jo Jones, batteria. Registrato il 29 novembre
1954.
I Cover the Waterfront (Heyman-Green),
id. ma
Ruby Braff, cornetta, al posto di Collins;
Les Erksine, batteria, al posto di Jones. Registrato il 29 dicembre
1953.