giovedì 19 aprile 2012

Downstairs Blues Upstairs (Sam Rivers)

  Downstairs Blues Upstairs (Rivers), da «Fuchsia Swing Song», Blue Note BLP 4184. Sam Rivers, sax tenore; Jaki Byard, piano; Ron Carter, contrabbasso; Tony Williams, batteria; Registrato l’11 dicembre 1964.



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16 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

S-T-U-P-E-N-D-A!!!
Hai dato una piega diversa alla mia giornata :)

Marco Bertoli ha detto...

Bene! Uno dei prossimi giorni qualcos’altro dallo stesso disco.

Anonimo ha detto...

Il meno ispido dei Blue Note di Rivers (che sembra non ne fosse soddisfatto ed avesse discusso con Lion) eppure irresistibile.
M.G.

Luca Conti ha detto...

Be', il brano che dà il titolo al disco l'avevi già postato un paio d'anni fa, se non sbaglio.

Anzi, pongo io un quiz a tutti: chi riesce a scoprire il famoso standard sul quale Rivers ha costruito il brano?:-)

LC

Marco Bertoli ha detto...

Intendi Fuchsia Swing Song. Mmmh… io ci penso su.

(Conti comincia a mostrare di che pasta è fatto).

Marco Bertoli ha detto...

Direi «grosso modo» Night and Day

Luca Conti ha detto...

Era quel che pensavo anch'io, anni fa, poi l'ho chiesto allo stesso Rivers e lui mi ha detto di no:-)

Marco Bertoli ha detto...

Non tenerla per te! Ora hai un ruolo istituzionale…

Luca Conti ha detto...

Che almeno ci provasse qualcun altro... Via, non è impossibile (anche se non semplicissimo)

Marco Bertoli ha detto...

Secondo me la buonanima di Sam ti ha mentito… ricorda che è uno che ha ombrogliato sulla sua età per quarant'anni

Luca Conti ha detto...

Va bene, via: ecco la soluzione: si tratta di "It's You or No One."

LC

Marco Bertoli ha detto...

No, non ci sarei arrivato

Luca Conti ha detto...

Però, col senno di poi, bisogna ammettere che è una ricostruzione geniale. Il vecchio Sam la sapeva molto lunga (e pensare che, nel vecchio volume della Gammalibri "il jazz degli anni Settanta", Marcello Piras lo accusava di non saper suonare sugli accordi...).

LC

Marco Bertoli ha detto...

Mi ricordo benissimo, anche se non ricordavo dove l'avessi letto! Per la precisione (cioè, se ricordo bene), Piras riferiva che Braxton sostenesse ciò…

Mi ricordo che quando leggevo «Musica Jazz» da ragazzino, quello che diceva Piras per me era Vangelo. Confesso con un certo imbarazzo che è per questa ragione che io, per anni, ho sottovalutato Jackie McLean, che il Piras, recensendone un'esibizione romana dei tardi anni Settanta, aveva dipinto suppergiù come un poveraccio che non sapeva che pesci pigliare.

(A parte questo, Piras in tante altre cose è una specie di padreterno, intendiamoci - sei d'accordo?)

Luca Conti ha detto...

Marco, abbiamo la stessa età, siamo cresciuti sulle stesse riviste e sugli stessi dischi, lo sai:-)

Negli anni, Piras ha detto e scritto una gran quantità di cose molto intelligenti e spesso geniali, ma anche la sua brava e regolamentare dose di castronerie, proprio come capita a chiunque (a me per primo). Qualcuna gli è scappata, ma conoscendolo credo che se ne renda benissimo conto anche lui.

Quella su McLean me la ricordo bene, parlava per l'appunto di "Little Melonae" e della sua ambiguità tonale/modale (come se il povero Jackie Mac non se ne fosse mai accorto). Va be', cose che succedono:-)

Anonimo ha detto...

OT, ma colgo l'occasione di avere Luca Conti nella rete: me gustan i nuovi segnali emessi da Musica Jazz... E poi Luciano Federighi e Riccardo Bertoncelli sono amori di vecchia data (ancora in formissima, direi, leggendo i loro contributi sull'ultimo numero. Bertoncelli sempre in palla anche su Blow-up...). Bello anche il saggio su New Orleans.
Bene bravi bis.
M.G.