Yusef Lateef fu fra i pochi jazzisti che riuscirono a suonare il flauto senza parere fauni o eunuchi. In Blues for the Orient, Lateef suona invece lo shehnai, l’oboe indiano.
Nota di colore: al principio e alla fine di Blues for the Orient sentiamo la voce di Lateef, che presenta ed elogia – con pieno loro merito – gl’inglesi che lo accompagnarono nell’occasione. La voce di Lateef è sorprendentemente delicata per un uomo della sua corporatura, e per l’ingenua aspettativa che la voce del suonatore debba avere lo stesso peso di quella del suo strumento (mi riferisco al Lateef saxofonista).
Angel Eyes (Dennis-Brent), da «Yusef Lateef Live at Ronnie Scott’s», Gearbox. Yusef Lateef, flauto; Stan Tracey, piano; Rick Laird, contrabbasso; Bill Heyden, batteria. Registrato il 15 gennaio 1966.
Blues for the Orient (Lateef), ib. ma Lateef suona lo shehnai.
2 commenti:
Ciao, Marco! Da quanto tempo. Spero tu stia bene.
Che strano e cupo il tono e l'incedere del flauto in "Angel Eyes". Sarà che sono abituato ai toni utilizzati in due suoi album che riascolto regolarmente: "Into Something" (dove suona il flauto solo in "I'll Remember April") e il bellissimo "Eastern Sounds". In " Blues for the Orient", invece, è proprio riconoscibile. Per quanto ora non ricordi dove altro l'ho ascoltato suonare lo shehnai :)
Ciao Luigi, ben ritrovato!
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