Reload dal 6 gennaio 2017.
La qualità vocale, discorsiva, dialogica, unhurried dell’eloquio musicale era più spesso riscontrabile nei vecchi musicisti, quelli di prima del ’45 e certamente qui è stimolata ed agevolata, in Suspension Blues, dalla sezione ritmica di Count Basie. Nota anche come, in questi incunaboli del mainstream, Dickenson sia per usi armonici e ritmici, più ancora che «moderno», fuori dal tempo.
In Waterfront, Sir Charles Thompson sembra non fare niente di speciale, ma costruisce tre brevi assoli di compiuto arco drammatico.
Aggiunta del giorno dopo: leggo ora che cosa ha detto Tom Harrell a Ethan Iverson:
Trumpet playing — all brass playing — interacts with singing and talking, too, because you’re forming words, you’re forming syllables as you play for different articulation, different types of tonguing.
Suspension Blues (Dickenson), da «Vic Dickenson Septet», Vanguard VRS 8520/1. Lester «Shad» Collins, tromba; Vic Dickenson, trombone; Edmond Hall, clarinetto; Sir Charles Thompson, piano; Steve Jordan, chitarra; Walter Page, contrabbasso; Jo Jones, batteria. Registrato il 29 novembre 1954.
I Cover the Waterfront (Heyman-Green), id. ma Ruby Braff, cornetta, al posto di Collins; Les Erksine, batteria, al posto di Jones. Registrato il 29 dicembre 1953.
2 commenti:
Il jazz come conversazione è una bella cosa, purtroppo è spesso un soliloqio...
Con Ruby Braff, poi, la conversazione si fa ancora più interessante!
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