Domani sera lunedì 30 gennaio, alle 21:30, sulla Radio Popolare, il mio amico e contributore di Jnp Carlo Tosetti sarà ospite del programma di poesia Percorsi PerVersi. Il conduttore Paolo Massari discorrerà con Tosetti che leggerà dei suoi versi (una poesia di CT l’hai letta anche qui) e credo anche versi di altri autori.
È come se, indirettamente, un pezzetto di Jazz nel pomeriggio uscisse nel mondo.
(Qui, una bella recensione del volume Wunderkammer).
domenica 29 gennaio 2017
martedì 24 gennaio 2017
Take Off (Miles Davis)
In questi giorni sto purtroppo sto trascurando Jnp, ma vi penso sempre.
Riprenderò presto a pieno regime; intanto eccoti un Miles d’annata, Take Off, che è poi Deception dalle sedute del Nonet del 1949, nonché, altrove e attribuita a George Russell, Conception, una sequenza armonica qui senza un tema, ricca di ritardi che annunciano lo stile c.d. «modale» di Davis di fine decennio.
Take Off (Davis), da «Miles Davis Vol. 1», Blue Note 7243 5 32610 2 3. Miles Davis, tromba; Horace Silver, piano; Percy Heath, contrabbasso; Art Blakey, batteria. Registrato il 6 marzo 1954.
Riprenderò presto a pieno regime; intanto eccoti un Miles d’annata, Take Off, che è poi Deception dalle sedute del Nonet del 1949, nonché, altrove e attribuita a George Russell, Conception, una sequenza armonica qui senza un tema, ricca di ritardi che annunciano lo stile c.d. «modale» di Davis di fine decennio.
Take Off (Davis), da «Miles Davis Vol. 1», Blue Note 7243 5 32610 2 3. Miles Davis, tromba; Horace Silver, piano; Percy Heath, contrabbasso; Art Blakey, batteria. Registrato il 6 marzo 1954.
venerdì 20 gennaio 2017
Calcutta Cutie (Horace Silver) RELOADED
Reload dal 25 novembre 2014.
Questa composizione incantevole, in un’esecuzione che riserva a ogni snodo una sorpresa, si trova qui oggi solo per suggestione del Calcutta Blues sentito ieri da Brubeck.
Il pezzo è un assolo accompagnato di Horace Silver in cui i fiati svolgono un obbligato all’inizio e alla fine. A una sezione in ostinato ritmico, cupa e nel modo dorico, succede senza transizione una sezione swingante, in modo maggiore: l’effetto è ogni volta irresistibile, un tocco della magia di Silver, una di quelle poche cose che riescono a migliorare una giornata triste con la facilità apparente e inspiegabile di un fenomeno atmosferico o di un miracolo.
Calcutta Cutie (Silver), da «Song For My Father», Blue Note 0777 7 84185 2 8. Carmell Jones, tromba; Joe Henderson, sax tenore; Horace Silver, piano; Teddy Smith, contrabbasso; Roger Humphries, batteria. Registrato il 31 ottobre 1963.
mercoledì 18 gennaio 2017
Take My Hand, Precious Lord (Hank Jones & Charlie Haden)
Take My Hand, Precious Lord (Thomas A. Dorsey), da «Come Sunday», EmArcy. Hank Jones, piano; Charlie Haden, contrabbasso. Registrato nel febbraio 2010.
martedì 17 gennaio 2017
Quantrale (Curtis Fuller)
Quantrale (Fuller), da «The Complete Blue Note/UA Sessions», Mosaic 166. Art Farmer, tromba; Curtis Fuller, trombone; Sonny Clark, piano; George Tucker, contrabbasso; Louis Hayes, batteria. Registrato il primo dicembre 1957.
lunedì 16 gennaio 2017
Extensions (Ahmad Jamal)
Ahmad Jamal registrò per la Impulse! il disco che è comunemente ritenuto il suo capolavoro, «The Awakening». Questo è l’ultimo disco di Jamal per l’etichetta di Bob Thiele e fu registrato dal vivo al festival di Montreux nel 1972 con la medesima formazione di «The Awakening».
Extensions è un’ampia composizione sezionale che Jamal già aveva registrato nel 1965 per un altro disco dei suoi più belli, «Extensions», appunto, e qui dura ben venti minuti; altrettanto dura l’unica altra traccia del disco, che è forse il più concettoso e impegnativo del pianista, che fra anni Sessanta e Settanta era in vero stato di grazia. Il trio funziona con un’integrazione straordinaria in una musica a suo modo astratta per l’uso perfino oltranzistico dello spazio, sia in senso estensivo (numero di note) che intensivo (dinamiche) e tuttavia, a suo modo, irresistibilmente funky. Una musica che nessun altro che Ahmad Jamal avrebbe potuto concepire. Il titolo dice molto sulla consapevolezza estetica di Jamal in quel momento e della sua concezione del tempo musicale come parametro interno, psicologico.
La musica di Jamal non manca mai di una nota di umorismo: senti qui, nel prefinale, il bassista Nasser citare ampiamente l’odiosa canzone Love Story, tema di un brutto film di immenso successo uscito quell’anno.
Extensions (Jamal), da «Outertimeinnerspace», Impulse! AS-9226. Ahmad Jamal, piano; Jamil Nasser [Suleiman], contrabbasso; Frank Gant, batteria. Registrato il 17 giugno 1971.
Extensions è un’ampia composizione sezionale che Jamal già aveva registrato nel 1965 per un altro disco dei suoi più belli, «Extensions», appunto, e qui dura ben venti minuti; altrettanto dura l’unica altra traccia del disco, che è forse il più concettoso e impegnativo del pianista, che fra anni Sessanta e Settanta era in vero stato di grazia. Il trio funziona con un’integrazione straordinaria in una musica a suo modo astratta per l’uso perfino oltranzistico dello spazio, sia in senso estensivo (numero di note) che intensivo (dinamiche) e tuttavia, a suo modo, irresistibilmente funky. Una musica che nessun altro che Ahmad Jamal avrebbe potuto concepire. Il titolo dice molto sulla consapevolezza estetica di Jamal in quel momento e della sua concezione del tempo musicale come parametro interno, psicologico.
La musica di Jamal non manca mai di una nota di umorismo: senti qui, nel prefinale, il bassista Nasser citare ampiamente l’odiosa canzone Love Story, tema di un brutto film di immenso successo uscito quell’anno.
Extensions (Jamal), da «Outertimeinnerspace», Impulse! AS-9226. Ahmad Jamal, piano; Jamil Nasser [Suleiman], contrabbasso; Frank Gant, batteria. Registrato il 17 giugno 1971.
sabato 14 gennaio 2017
African Violets (Cecil Taylor)
Sento del Duke Ellington in questo Cecil Taylor del 1958.
Mi piace notare che le note di questo disco sono di Nat Hentoff, un grande jazz writer e un grand’uomo che ci ha lasciati pochi giorni fa.
African Violets (Taylor-Griffith), da «Looking Ahead», Contemporary M 3562. Earl Griffith, vibrafono; Cecil Taylor, piano; Buell Neidlinger, contrabbasso; Dennis Charles, batteria. registrato il 9 giugno 1958.
Mi piace notare che le note di questo disco sono di Nat Hentoff, un grande jazz writer e un grand’uomo che ci ha lasciati pochi giorni fa.
African Violets (Taylor-Griffith), da «Looking Ahead», Contemporary M 3562. Earl Griffith, vibrafono; Cecil Taylor, piano; Buell Neidlinger, contrabbasso; Dennis Charles, batteria. registrato il 9 giugno 1958.
venerdì 13 gennaio 2017
Manhattan Fever – Loneliness (Frank Foster)
Dedicato a chi ha la febbre o si sente solo, o tutti e due. Si tratta di un Blue Note del 1968, quando l’etichetta era già in decadenza. Ma questo è un disco discreto, in quel crepuscolo; del resto, non conosco un disco con o di Frank Foster, maestro del sax tenore, che non lo sia.
Manhattan Fever (Foster), da «Manhattan Fever», Blue Note 85191. Marvin Stamm, tromba; Jimmy Cleveland, trombone; Ed Pazant, sax altro; Frank Foster, sax tenore; George Cables, piano; Buster Williams, contrabbasso; Mickey Roker, batteria. Registrato il 21 marzo 1968.
Loneliness (Foster), id.
Manhattan Fever (Foster), da «Manhattan Fever», Blue Note 85191. Marvin Stamm, tromba; Jimmy Cleveland, trombone; Ed Pazant, sax altro; Frank Foster, sax tenore; George Cables, piano; Buster Williams, contrabbasso; Mickey Roker, batteria. Registrato il 21 marzo 1968.
Loneliness (Foster), id.
giovedì 12 gennaio 2017
Smile (Kenny Dorham)
C’è pochissimo Kenny Dorham su Jnp e la cosa non trova veramente ragione. A poco a poco, nel 2017, metterò rimedio a questa antipatica lacuna.
PS Trovo quasi incredibile che Charlie Chaplin, oltre ad avere praticamente inventato il cinema come forma d’arte universale, sapesse anche scrivere una melodia come quella di Smile.
Smile (Chaplin), da «Matador», United Artists UAJ 14007. Kenny Dorham, tromba; Jackie McLean, sax alto; Bobby Timmons, piano; Teddy Smith, contrabbasso; J.C. Moses, batteria. Registrato il 15 aprile 1962.
PS Trovo quasi incredibile che Charlie Chaplin, oltre ad avere praticamente inventato il cinema come forma d’arte universale, sapesse anche scrivere una melodia come quella di Smile.
Smile (Chaplin), da «Matador», United Artists UAJ 14007. Kenny Dorham, tromba; Jackie McLean, sax alto; Bobby Timmons, piano; Teddy Smith, contrabbasso; J.C. Moses, batteria. Registrato il 15 aprile 1962.
mercoledì 11 gennaio 2017
It’s All Right With Me (Teddy Wilson)
Le canzoni di Cole Porter hanno spesso un quirk musicale, un particolare capzioso: questa, per esempio, a un tempo veloce e a un andamento ritmico motorio oppone un ritmo armonico lento.
It’s All Right With Me (Porter), da «Cole Porter Classics», Black Lion. Teddy Wilson, piano. Registrato nel novembre 1977.
It’s All Right With Me (Porter), da «Cole Porter Classics», Black Lion. Teddy Wilson, piano. Registrato nel novembre 1977.
martedì 10 gennaio 2017
[Guest post #67] Carlo Tosetti & Chet Baker
Il guest post di oggi mi rallegra per tre ragioni incatenate: la prima, perché è una poesia e per giunta nella forma della terzina dantesca, o incatenata (ababcb…), cioè, insieme con la canzone e con il sonetto, la più illustre della nostra poesia; la seconda, perché di uno dei miei poeti preferiti, amico mio e di Jazz nel pomeriggio, Carlo Tosetti, che era in credito di un guest post da Natale; infine, perché le terzine sono dedicate a un personaggio che mi è caro, la mia cagnetta Bruna, colta qui miracolosamente al vivo, e sono conteste di riferimenti non solo a lei ma anche a casa mia, riferimenti che solo qualcuno potrà cogliere: ma le terzine sono godibili da tutti, così come la tromba di Chet Baker.
Terzine per Bruna
Cercavo silenzio allo Stadera,
risoluto che nel ritmo, la notte,
(asincrona sbatte una portiera)
nello strascico delle buie rotte,
la pace antica regni verace,
ruota di carro, rotolar di botte,
è invece la nenia efficace,
il rodere i legni e braccioli,
di Bruna dal muso tanto mordace,
per temprare dei denti i boccioli,
remota la lepre della prateria,
nemmeno una scala a pioli,
è un pratico strazio la libreria,
il disgregare le plastiche nuove,
aver di corrosione maestria.
Carlo Tosetti
Silence (Haden), da «Silence», Soul Note 121172-1. Chet Baker, tromba; Enrico Pieranunzi, piano; Charlie Haden, contrabbasso; Billy Higgins, batteria. Registrato nel novembre 1987.
domenica 8 gennaio 2017
Strange Feeling (Billy Strayhorn)
Di questo disco bello, strano, di Billy Strayhorn ho già detto qui. Strange Feeling, Strayhorn la scrisse per la Perfume Suite di Duke Ellington, dove godeva di una truculenta esecuzione vocale di Al Hibbler.
Strange Feeling (Strayhorn), da «The Peaceful Side Of Jazz», Capitol Jazz CDP 7243 8 52562 2 5. Billy Strayhorn, piano. Registrato nel maggio 1961.
Strange Feeling (Strayhorn), da «The Peaceful Side Of Jazz», Capitol Jazz CDP 7243 8 52562 2 5. Billy Strayhorn, piano. Registrato nel maggio 1961.
giovedì 5 gennaio 2017
Flight to Jordan - Starbrite (Duke Jordan) RELOADED
Reload dal dicembre 2010. Il giudizio che davo allora di Duke Jordan oggi mi sembra ingeneroso.
Duke Jordan (Irving Sidney – ) ha avuto una carriera lunga, dopo gli anni Settanta soprattutto in Europa, dove si era stabilito e dov’è morto pochi anni fa, in Danimarca. Ha suonato con tanti ma la sua collaborazione famosa è con Charlie Parker, del cui quintetto fu il pianista nel 1947-48, incidendo dischi famosissimi (gli erano compagni, oltre a Bird, Miles Davis, Tommy Potter e Max Roach). Poi suonò con Coleman Hawkins, Stan Getz, Sonny Stitt e con altri ancora. Come pianista mi sembra qualcosa di più che workmanlike, come dicono gli americani, non molto, però. Ma era un compositore ingegnoso e spesso ispirato e, quando poté farlo, seppe scegliersi i collaboratori e dirigere un complesso con mano ferma.
Io trovo piacevolissima questa seduta del 1960 per la Blue Note. Rispetto ad altre contemporanee dell’etichetta, l’atmosfera è meno torrida e la musica più conservatrice. L’interesse tuttavia non viene mai meno meno e, grazie alle composizioni di Jordan, la seduta non scade nella blowin’ session, come capitava spesso a quei tempi e in quei frangenti: e poi c’è Stanley Turrentine, che io sento sempre volentieri e presto te ne farò ascoltare qualcosa, e alla tromba, ascolto raro, il giamaicano Dizzy Reece, strumentista luminoso e lontano da cliché.
Il secondo dei pezzi che ti propongo, Starbrite, ha una melodia semplicissima e statica, caratteri enfatizzati dall’accompagnamento più che stilizzato della ritmica; la composizione è nella semplice forma AABA’, il chorus è ripetuto due volte e i solisti si limitano a enunciare la melodia, al massimo ornandola un po’. Jordan conferisce varietà al tutto affidando a Reece le prime due A del primo chorus, in cui lui stesso esegue il bridge e la ricapitolazione di A (unico segmento in cui l'improvvisazione sugli accordi è più libera); nel secondo chorus, le due prime AA sono eseguite da Turrentine, il bridge da Reece e la conclusione, come al principio, di nuovo da Reece.
(Toh, uno dei post più lunghi e articolati che abbia scritto nelle ultime settimane è per un disco che mi piace, sì, ma a cui non ho mai dato importanza. Mah).
(Oh, e vedo che Starbrite è il 400mo pezzo di musica che pubblico su Jazz nel pomeriggio. Mica male, che ne dici?)
Flight to Jordan (Jordan), da «Flight to Jordan», Blue Note CDP 7 46824-2. Dizzy Reece, tromba; Stanley Turrentine, sax tenore; Duke Jordan, piano; Reggie Workman, contrabbasso; Art Taylor, batteria. Registrato il 4 agosto 1960.
Starbrite (Jordan), ib.
mercoledì 4 gennaio 2017
L.A. After Dark – Salt Lake City (Booker Ervin)
Il vociferante Booker Ervin (che, scopro con imbarazzo, una volta su questi schermi ho definito un «sicario del sax tenore» per la maschia determinazione del suo stile) qui nel 1967 è in una cornice di big band fornitagli da un altro sax tenore da me molto apprezzato, Teddy Edwards, che sullo strumento era piuttosto il contrario di Ervin; per questo, anni fa, li avevo un pomeriggio arbitrariamente accostati. Tutti i pezzi in programma hanno nel titolo un nome di città degli USA.
Sono pezzi molto piacevoli e orecchiabili, la cui breve durata – cinque minuti il più lungo – fa pensare che fossero destinati a passaggi radiofonici. L’orchestra di studio è un’orchestrona quanto ai nomi, con una sezione trombe addirittura esagerata; in L.A. After Dark il solista di tromba è Freddie Hubbard. Quello di trombone in Salt Lake City è, credo, Bennie Green.
L.A. After Dark (Teddy Edwards), da «Booker ’n’ Brass», Pacific Jazz 7243 4 94509 2 9. Booker Ervin, sax tenore, con orchestra arrangiata e diretta da Teddy Edwards. Freddie Hubbard, Charles Tolliver, Ray Copeland, Richard Williams, tromba; Garnett Brown, Bennie Green, trombone; Benny Powell, trombone basso; Kenny Barron, piano; Reggie Johnson, contrabbasso; Lenny McBrowne, batteria. Registrato il 12 settembre 1967.
Salt Lake City (Rene-Lange), ib. ma Martin Banks e Johnny Coles sostituiscono Tolliver e Hubbard. Registrato il 13 settembre 1967.
Sono pezzi molto piacevoli e orecchiabili, la cui breve durata – cinque minuti il più lungo – fa pensare che fossero destinati a passaggi radiofonici. L’orchestra di studio è un’orchestrona quanto ai nomi, con una sezione trombe addirittura esagerata; in L.A. After Dark il solista di tromba è Freddie Hubbard. Quello di trombone in Salt Lake City è, credo, Bennie Green.
L.A. After Dark (Teddy Edwards), da «Booker ’n’ Brass», Pacific Jazz 7243 4 94509 2 9. Booker Ervin, sax tenore, con orchestra arrangiata e diretta da Teddy Edwards. Freddie Hubbard, Charles Tolliver, Ray Copeland, Richard Williams, tromba; Garnett Brown, Bennie Green, trombone; Benny Powell, trombone basso; Kenny Barron, piano; Reggie Johnson, contrabbasso; Lenny McBrowne, batteria. Registrato il 12 settembre 1967.
Salt Lake City (Rene-Lange), ib. ma Martin Banks e Johnny Coles sostituiscono Tolliver e Hubbard. Registrato il 13 settembre 1967.
martedì 3 gennaio 2017
The Sage – Free Form (Chico Hamilton)
The Sage (Katz), da «Spectacular», World Pacific Jazz ST-20143. Buddy Collette, clarinetto; Fred Katz, violoncello; Jim Hall, chitarra; Carson Smith, contrabbasso; Chico Hamilton, batteria. Registrato il 23 agosto 1955.
Free Form (Collette, Katz, Hall, Smith, Hamilton), id. ma Collette suona anche il flauto.
Free Form (Collette, Katz, Hall, Smith, Hamilton), id. ma Collette suona anche il flauto.
lunedì 2 gennaio 2017
The Way You Look Tonight – It’s Only A Paper Moon (Lionel Hampton)
Con il nuovo anno comincerò to pay some dues, a pagare qualche debito: dopo quasi sette anni di pubblicazione presso che quotidiana, certe mancanze o infrequenze cominciano infatti a essere ingiustificabili: Lionel Hampton, per esempio.
In queste due meravigliose esecuzioni si sentono fra l’altro Peterson e DeFranco incontenibili.
The Way You Look Tonight (Kern-Fields), da «The Lionel Hampton Quintet», Verve MGC-628. Buddy DeFranco, clarinetto; Lionel Hampton, vibrafono; Oscar Peterson, piano; Ray Brown, contrabbasso; Buddy Rich, batteria. Registrato nell’aprile 1954.
It’s Only A Paper Moon (Arlen-Harburg-Rose), id.
In queste due meravigliose esecuzioni si sentono fra l’altro Peterson e DeFranco incontenibili.
The Way You Look Tonight (Kern-Fields), da «The Lionel Hampton Quintet», Verve MGC-628. Buddy DeFranco, clarinetto; Lionel Hampton, vibrafono; Oscar Peterson, piano; Ray Brown, contrabbasso; Buddy Rich, batteria. Registrato nell’aprile 1954.
It’s Only A Paper Moon (Arlen-Harburg-Rose), id.
domenica 1 gennaio 2017
Blues To Bechet – Mr. Syms (John Coltrane)
Buon anno, cari amici!
Per Jazz nel pomeriggio l’avvio è tranquillo e sicuro con John Coltrane in un suo disco Atlantic forse non dei più noti. La data sulla copertina è semplicemente «October 24, 1960», ma le discografie precisano che Mr. Syms è stato registrato nel pomeriggio, Blues To Bechet la sera. Si era nel periodo aurorale del grande quartetto, quando il contrabbasso era ancora nelle mani di Steve Davis, un periodo che io trovo affascinante, come tutto Coltrane, del resto, anche quello che non capisco bene.
Quell’anno Coltrane aveva cominciato a praticare il sax soprano per ispirazione di Steve Lacy («My Favorite Things» è di tre giorni prima). Per farsi un’idea dello strumento, Alfred Lion della Blue Note gli prestò i suoi dischi di Bechet, che Trane non conosceva: a differenza di oggi, all’epoca non era detto che un jazzman di scuola moderna avesse una grande conoscenza o anche un interesse per il jazz pre-bellico; si può pensare che, per la tradizione orale ancora viva e operante per vie subliminari, non ne avesse bisogno.
È anche interessante il fatto che quel grande non si preoccupò mai di padroneggiare il soprano tecnicamente come padroneggiava il tenore, benché sia poi stato lui il responsabile della diffusione vastissima e non sempre fausta di questo difficile taglio di sax.
Blues To Bechet (Coltrane), da «Coltrane Plays The Blues», Atlantic SD 1382. John Coltrane, sax soprano; Steve Davis, contrabbasso; Elvin Jones, batteria. Registrato il 24 ottobre 1960.
Mr. Syms (Coltrane), id. più McCoy Tyner, piano.
Per Jazz nel pomeriggio l’avvio è tranquillo e sicuro con John Coltrane in un suo disco Atlantic forse non dei più noti. La data sulla copertina è semplicemente «October 24, 1960», ma le discografie precisano che Mr. Syms è stato registrato nel pomeriggio, Blues To Bechet la sera. Si era nel periodo aurorale del grande quartetto, quando il contrabbasso era ancora nelle mani di Steve Davis, un periodo che io trovo affascinante, come tutto Coltrane, del resto, anche quello che non capisco bene.
Quell’anno Coltrane aveva cominciato a praticare il sax soprano per ispirazione di Steve Lacy («My Favorite Things» è di tre giorni prima). Per farsi un’idea dello strumento, Alfred Lion della Blue Note gli prestò i suoi dischi di Bechet, che Trane non conosceva: a differenza di oggi, all’epoca non era detto che un jazzman di scuola moderna avesse una grande conoscenza o anche un interesse per il jazz pre-bellico; si può pensare che, per la tradizione orale ancora viva e operante per vie subliminari, non ne avesse bisogno.
È anche interessante il fatto che quel grande non si preoccupò mai di padroneggiare il soprano tecnicamente come padroneggiava il tenore, benché sia poi stato lui il responsabile della diffusione vastissima e non sempre fausta di questo difficile taglio di sax.
Blues To Bechet (Coltrane), da «Coltrane Plays The Blues», Atlantic SD 1382. John Coltrane, sax soprano; Steve Davis, contrabbasso; Elvin Jones, batteria. Registrato il 24 ottobre 1960.
Mr. Syms (Coltrane), id. più McCoy Tyner, piano.
Iscriviti a:
Post (Atom)