giovedì 25 luglio 2013

Bop Abyss (Matthew Shipp) - Sundial Part II (Keith Jarrett)

 Il pianista Matthew Shipp ha detto la sua su Keith Jarrett in occasione del nuovo disco del famoso trio, e l’ha detta senza ambagi. Alcune critiche o perplessità si condividono facilmente (Jarrett, in gran parte per colpa sua, è diventato un bersaglio più facile della Croce Rossa), ma questa, che è poi il cuore dell’argomentazione di Shipp:

He never seemed to me to have sculpted a specific language system, but instead seemed like someone who had a lot of piano chops and knew a lot of devices from classical music and had some jazz chops and could get a line going when needed.

Non mi è mai parso che abbia saputo modellarsi un linguaggio suo personale; mi pare anzi uno che di pianoforte ne sa un sacco, che domina il vocabolario della musica classica e che, quanto al jazz, lo sa suonare un po’ e, all’occorrenza, sa esprimersi con un certo swing e fluidità

 a me pare una cosa detta per dare aria ai denti: anche chi detesta Jarrett, infatti, è in grado di riconoscerlo dopo quattro battute, se non è sordo. Comunque, a lot of piano chops… could get a line going: scusa se è poco. Io aspetto fidente il giorno in cui potrò dire le stesse cose di Matthew Shipp, musicista che aveva cominciato forte, come sentirai anche qui sotto, e che in seguito mi ha deluso.

 Taccio poi sul «complotto dei critici bianchi di mezza età» a cui Jarrett dovrebbe le sue fortune: credo proprio che nessun jazzista di fama paragonabile alla sua sia mai stato tanto maltrattato o ignorato dai critici, intendo da quelli che contano qualcosa, gli americani.

 (Pensa te: se qualche anno fa mi avessero detto che mi sarei fatto avvocato di Keith Jarrett, non ci avrei creduto. Del resto, ce n’è bene di cose che non avrei mai creduto di fare, solo qualche anno fa).

 PS Settant’anni fa come oggi Benito Mussolini cadeva, facendosi un gran male.

 Bop Abyss (Shipp), da «Symbol System», No More Records 1. Matthew Shipp, piano. Registrato il 22 novembre 1995.



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 Sundial Part II (Jarrett), da «Staircase», ECM 1090/91. Keith Jarrett, piano. Registrato nel maggio 1976.



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5 commenti:

Paolo Lancianese ha detto...

Totalmente d'accordo. Su Jarrett, su Shipp, e sulla Croce Rossa.

Alberto ha detto...

E anche su Mussolini.

LUIGI BICCO ha detto...

Con tutto l'astio che si può provare nella vita, mi chiedo comunque come si possa arrivare ad "odiare" Jarrett.

Non conosco Shipp, ma verrebbe semplicemente da smentirlo mostrandogli il curriculum di Jarrett. Anche se è vero che ha sempre avuto un occhio di riguardo per la classica, basterebbero gli album come sideman a metà e a fine anni '60, quando lo stesso Shipp aveva solo 5 o 10 anni.

Adesso però voglio approfondire anche il discorso Shipp.

Anonimo ha detto...

Per me Shipp è un Grande.
"L'astio e l'odio, solo parole.
Dov'è il problema?
Forse nella gentilezza leggendaria di Jarrett.
Fiorenzo

Marco Bertoli ha detto...

Per me Shipp è un Grande.

Fiorenzo, credo che tu lo sopravvaluti grandemente, anzi, Grandemente. È abbastanza bravo; lo era di più dieci anni fa.

Jarrett è un cafone, ma visto che non mi capita di frequentarlo di persona, di andare a mangiare con lui e nemmeno di parlargli al telefono, io delle sue pecche di carattere tutto sommato me ne infischio.