Un chitarrista che mi piace ma di cui si parla meno di altri, almeno mi pare, è Joe Puma (1927-2000), che ha avuto una carriera soprattutto come sideman. Questa raccolta è l’unico disco suo che io abbia mai sentito e lo coglie dal 1954 al 1957 in bella compagnia. La nota di copertina assomiglia Puma a Tal Farlow e a Jimmy Raney; è meno appariscente e languoroso del secondo e meno virtuosistico del primo e per questo piace più dell’uno e dell’altro a me, a cui i chitarristi jazz piacciono tanto più quanto meno suonano come chitarristi (scherzo: quanto meno note suonano, ecco).
Con Eddie Costa, una figura elusiva di pianista e vibrafonista di cui ti ho parlato una volta, e con Oscar Pettiford, Puma rifà un po’ il trio di Red Norvo in tono più sobrio e anche più moderno
Stablemates (Golson), da «The Jazz Guitar of Joe Puma», Fresh Sound fsr-CD 435. Joe Puma, chitarra; Eddie Costa, chitarra; Oscar Pettiford, contrabbasso. Registrato nel 1957.
Indian Summer (Herbert-Dubin), ib. Puma, Bill Evans, piano; Oscar Pettiford, contrabbasso; Paul Motian, batteria. Registrato nel 1957.
1 commento:
Coerentementecon la sua carriera in ombra, anche i commenti latitano.
Peccato per una musica impeccabile. Ma nello spietato mondo del jazz, non sempre basta esserlo.
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