È l’unico disco a nome di Tony Fruscella (1927-1969) pubblicato lui vivo. Ne rappresenta bene lo stile strumentale piuttosto unico, lirico e disteso, vicino a quello di Chet Baker ma con un più di umorismo colloquiale e una sonorità più inflessa, molto personale, e una naturale disinvoltura tecnica. Phil Sunkel aveva apprestato per la seduta degli arrangiamenti semplici, sugosi, per lo più di composizioni proprie, in un stile asciuttamente newyorkese ma non immemore del già declinante (1955) stile West Coast.
Il disco presenta note di copertina di Bill Simon che mi hanno colpito, come sempre più spesso capita quando rileggo le liner notes di tanti album degli anni Cinquanta e Sessanta: veramente belle e impensabili oggi, non solo perché i dischi e i loro paratesti, in qualunque forma, non esistono in pratica più, ma perché vi si parla del musicista e della sua musica in un tono affettuoso e partecipe, ma anche critico, in una lingua che è quanto di più lontano e incompatibile dall’hype da ufficio stampa cialtrone a cui è si immiserita oggi la massima parte del jazz writing.
Metropolitan Blues (Sunkel), da «Tony Fruscella», Atlantic 7567-80525-2. Tony Fruscella, tromba; Chauncey Welsch, trombone; Allen Eager, sax tenore; Bill Triglia, piano; Bill Anthony, contrabbasso; Junior Bradley, batteria. Registrato nel marzo 1955.
Raintree County (Sunkel), id.
His Master’s Voice (Sunkel), id.
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