Ora della fine, le etichette discografiche che nel jazz rimangono come «iconiche», cioè come marchi caratteristici e al tempo stesso come emblemi di una temperie musicale e culturale, sono quelle che riescono a cogliere una sonorità generale, uno Zeitgeist o un’atmosfera, e a riprodurla in maniera efficace e riconoscibile pur nella varietà delle singole espressioni. A volte quell’atmosfera sonora arrivano a influenzarla di riflesso.
Dagli anni Settanta fino a oggi la ECM ha fatto di questo un vero modus operandi e addirittura una ragione d’essere; prima ancora, fatte le distinzioni del caso, c’era stata la Blue Note ma per esempio, e così per chiarire, non lo avevano fatto etichette importantissime e fondamentali come la Prestige o la Riverside (mentre a mezza via, secondo me, si poneva la Atlantic degli anni Sessanta), che pubblicarono dischi cardinali della storia del jazz moderno ma senza l’idea di creare un’identità sonora inconfondibile, e non è detto che questo fosse un demerito.
Negli anni Settanta si mise in in quel solco la newyorkese Strata-East di Charles Tolliver e Stanley Cowell; qui sopra ne ho parlato più di una volta. Per quell’etichetta, che aveva anche un distinto cachet visivo, registrarono dischi importanti i due fondatori e poi Clifford Jordan, Pharoah Sanders, Billy Harper, Charlie Rouse, Charles Brackeen, Cecil McBee, Max Roach con M’Boom, ma anche jazzisti oscuri come quelli che senti qui, nel 1974.
Riuniti sotto la leadership nominale dell’altista Shamek Farrah (nato Anthony Domacase nel 1947 a New York), mi sono tutti sconosciuti e lo restano anche dopo qualche ricerca, con l’eccezione del bassista Suggs e del pianista Sonelius Smith, assente in questi due pezzi e che tre anni dopo sarebbe stato co-titolare dell’altro disco Strata-East a nome di Shamek Farrah, The World of Children. Farrah avrebbe pubblicato un terzo LP nel 1980.
Il disco è una time capsule di quell’anno e di un decennio di jazz a cui io sono perdutamente affezionato; ed è inoltre un disco che contiene della musica bella, ispirata, autenticamente libera pur se non free ed eseguita ad alto livello; musica che, come gran parte di quella pubblicata dalla Strata-East, è perfettamente del suo tempo e insieme perfettamente attuale.
First Impressions (Farrah), da «First Impressions», Strata-East. Norman Person, tromba; Shamek Farrah, sax alto; Kasa Mu-Barak Allah, piano; Milton Suggs, contrabbasso; Clay Herndon, batteria. Registrato nel 1974.
Meterologicly Tuned (Farrah), id.
2 commenti:
Saranno anche sconosciuti questi jazzisti (compreso Kasa Mu-Barak, che non è nipote di nessuno), ma come suonano bene. E come è ancora "fresca" quella musica!
Vero? Ciao!
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