L’organo nel jazz non mi piace (onde, per disdegnoso gusto, su Jazz nel pomeriggio negli anni te ne ho fatto ascoltare quasi tutti gli esponenti principali), con qualche sceltissima eccezione tuttavia; la più vistosa è Larry Young, che con «Unity» creò nel 1965 uno dei più bei dischi di jazz di quel decennio.
La formazione è quella che è, e tutti suonano veramente come indemoniati.
Softly, As In A Morning Sunrise (Romberg-Hammerstein II), da «Unity», Blue Note 56416-2. Woody Shaw, tromba; Joe Henderson, sax tenore; Larry Young, organo; Elvin Jones, batteria. Registrato il 10 novembre 1965.
7 commenti:
Marco lo sa che concordo pienamente con lui: sull'organo, su Larry Young e su "Unity".
Hammondista convinto. Certo, Young è un musicista più avanzato rispetto alla pletora di organisti/tastieristi capitanata dal sommo Jimmy Smith, ma devo dire che li apprezzo tutti da Lonnie Smith a Lou Bennett alle signore Scott, Shirley e Rhoda. Unity spicca nella discografia di Young. Bello il brano scelto; merita una menzione anche Zoltan ispirato ad una composizione di Bela Bartók.
Anonimo, si qualifichi, anche con uno pseudonimo.
E Duke Pearson? Dove lo mettiamo ?
Beh, non fra gli organisti, direi… A meno che, com‘è probabile, non abbia registrato con l’organo dei dischi che io non conosco.
Stando a questo sito di discografie di solito attendibile, suonò l’organo soltanto in una seduta di Stanley Turrentine del 1967.
https://www.jazzdisco.org/duke-pearson/discography/
Ciao, Marco.
Larry Young è una mia grande passione e Unity uno dei suoi lavori migliori. Curioso che in questo periodo tu abbia offerto all'ascolto proprio la sua "Softly, As In A Morning Sunrise". E' da qualche mese, infatti, che sto studiando musica e chitarra (mio figlio dice che è una crisi di mezza età) ed è da qualche tempo che sto cercando di imparare ad eseguire (con tante difficoltà, ovviamente) proprio questo bellissimo brano, ma nella interessante versione di Emily Remler :)
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