Ieri ho ricordato Sam Morgan parlando di Jimmie Noone, e l’ho detto «misconosciuto», che insieme con «sottovalutato» è l’aggettivo del cuore dagli appassionati di jazz che scrivono sull’internet: quando parlano di un loro amore, fosse anche John Coltrane o Coleman Hawkins, questi è infallibilmente «sottovalutato», quasi lo riportassero loro alla luce in quel momento.
Sam Morgan (New Orleans, 1895-1936) sottovalutato, anzi, misconosciuto lo è davvero e lo è a vero dire sempre stato, ma per buona parte è sua colpa: fu fra fra i pochi musicisti di valore che decisero di restare a New Orleans anziché trasferirsi sulle più prospere e ricche di futuro piazze musicali di Chicago e di New York.
Eppure le non tante matrici che incise per la Columbia con la sua band nel 1927 sono entusiasmanti; già è d’interesse l’organico, con due trombe e due saxofoni e il contrabasso in luogo del basso tuba, ma quello che più mi ha colpito la prima volta che le ho sentite è la scansione in 4, incalzante ed elastica, favorita appunto dall’uso del basso a corde: moderna.
Secondo lo storico Samuel Charters, gli otto pezzi della Sam Morgan Band sono le sole registrazioni che un complesso di New Orleans di prima classe e in piena forma abbia registrato negli anni Venti in quella città. Sull’effetto particolare che la strumentazione della band, con due cornette, due sax e trombone, sortisce sulla musica, ti invito a leggere quanto ne ha scritto in Early Jazz Gunther Schuller, che parla di «effetto quasi tridimensionale».
Bogalousa Strut (Morgan), da «Oscar “Papa” Celestin / Sam Morgan. Recorded In New Orleans 1925-1928. The Complete Recordings», Jazz Oracle BDW 8002. Sam Morgan, Isaiah Morgan, cornetta; Jim Robinson, trombone; Earl Fouche, sax alto; Andrew Morgan, clarinetto e sax tenore; Tink Baptiste, piano; Johnny Dave, banjo; Sidney Brown, contrabbasso; Nolan Williams, batteria. Registrato nel 1927.
Steppin’ On The Gas (Morgan), id.
Everybody’s Talking About Sammy (Morgan), id.
Nessun commento:
Posta un commento