sabato 28 febbraio 2015

Collage Of Thelonious Monk (Jaki Byard)

 Da quanto tempo non ti somministro Jaki Byard? Non lo so, foss’anche poco è sempre troppo.

 Dal vivo nel 1991 per la famosa serie di recital pianistici alla Maybeck Hall di Berkeley, CA (da molti anni chiusa al pubblico), Jaki suona una medley monkiana – ’Round Midnight, Friday The 13th, Ruby My Dear – per la sola mano sinistra. Il compositore francese a cui allude Byard nella breve introduzione è Maurice Ravel, che scrisse il concerto in re per Paul Wittgenstein, il fratello del filosofo, che aveva perso il braccio destro in guerra.

 Collage Of Thelonious Monk, da «Live at Maybeck Recital Hall, Vol. 17», Concord Jazz CCD-4511. Jaki Byard, piano. Registrato l’8 settembre 1991.



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giovedì 26 febbraio 2015

Truth (Charles Tolliver)

 Sono molto affezionato ai complessi di Charles Tolliver degli anni Settanta, come qualunque jassomane bennato. Oltre a Stanley Cowell, suo compagno abituale, qui Tolliver ha il grande bassista Clint Houston (1946-2000).

 (Quella stessa sera, a Milano, la Scala apriva la sua stagione con una memorabilissima Italiana in Algeri di Rossini diretta da Claudio Abbado, regia di Jean-Pierre Ponnelle, protagonista Teresa Berganza. Io non c’ero, eh, ero troppo piccolo ancora, ma me l’hanno raccontata. Questo per dire: pensiamoci bene, prima di vituperare gli anni Settanta).

 Truth (Tolliver), da «Live in Tokyo», Strata-East 660-51-016. Charles Tolliver, tromba; Stanley Cowell, piano; Clint Houston, contrabbasso; Clifford Barbaro, batteria. Registrato il 7 dicembre 1973.



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mercoledì 25 febbraio 2015

Song Sung Long (Carla Bley)

 In questo pezzo del 1976 di Carla Bley sento echeggiare la incidental music di John Barry per i film di 007, il soul strumentale dei film di blaxploitation e il jungle style, questo naturalmente per il tramite di Roswell Rudd.

 Song Sung Long (C. Bley), da «Dinner Music», Watt/6. Michael Mantler, tromba; Roswell Rudd, trombone; Bob Stewart, tuba; Carlos Ward, sax alto e tenore; Richard Tee, piano; Carla Bley, organo; Eric Gale, Cornell Dupree, chitarra; Gordon Edwards, basso; Steve Gadd, batteria. Registrato dal luglio al settembre 1976.



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martedì 24 febbraio 2015

Blues For Etta – Top ’N’ Bottom (Clark Terry)

 Di solito non faccio pezzi in memoriam ma questo mi è stato chiesto, e d’altronde Clark Terry mi piaceva molto, come a tutti, penso.

 Di questo disco l’unica singolarità non è la front line costituita da top and bottom brass, come il titolo annuncia; ci sono anche gli assoli di Jimmy Jones, uno dei grandi accompagnatori di cantanti.

 Blues For Etta (Terry), da «Top And Bottom Brass», [Riverside] OJC CD764-2. Clark Terry, tromba e flicorno; Don Butterfield, tuba; Jimmy Jones, piano; Sam Jones, contrabbasso; Art Taylor, batteria. Registrato nel novembre 1959.



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 Top ’N’ Bottom (Terry), id.



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lunedì 23 febbraio 2015

You’d be so nice to come home to (Billy Bauer)

 Magari non ci ho fatto caso io, ma mi pare che Billy Bauer non venga mai elencato fra i maggiori chitarristi del jazz, eppure io non ho dubbi che lo fosse. Questo disco, l’unico a suo nome!, contiene dei suoi assoli stupefacenti. Tutti vi suonano poi molto bene, a cominciare dall’a me sconosciuto pianista Ackers.

 You’d be so nice to come home to (Porter), da «Plectrist», Verve 314 517 060-2. Billy Bauer, chitarra; Andrew Ackers, piano; Milt Hinton, contrabbasso; Osie Johnson, batteria. Registrato il 23 gennaio 1956.

domenica 22 febbraio 2015

Morning Song – Mbizo (David Murray)

 David Murray, che un paio di giorni fa ha compiuto sessant’anni, negli anni Ottanta ha dato con il suo ottetto molte vivaci esecuzioni di Morning Song.

 In Mbizo è in azione il quartetto «Clarinet Summit» che presenta anche Alvin Batiste, una specie di gloria locale di New Orleans, dove ha insegnato a molti musicisti fra cui Branford Marsalis, il compositore John Carter e Jimmy Hamilton, il veterano dell’orchestra di Duke Ellington.

 Morning Song (Murray), da «David Murray», BSRMJ 002. David Murray, sax tenore; John Hicks, piano; Reggie Workman, contrabbasso; Ed Blackwell, batteria. Registrato nel settembre 1983.



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 Mbizo (Murray), ib. Alvin Batiste, John Carter, Jimmy Hamilton, clarinetto; David Murray, clarinetto basso. Registrato il 29 marzo 1987.



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sabato 21 febbraio 2015

Down Under (Leroy Vinnegar)

 Che goduria, un complesso di Leroy Vinnegar, il più statuario dei contrabbassisti , con il grande Teddy Edwards, habitué di «Jazz nel pomeriggio», e Roy Ayers al vibrafono, torrenziale nel suo breve assolo. Loro suonano il blues, e io non ho niente da aggiungere.

 Down Under (Freddie Hubbard), da «Leroy Walks Again!», [Milestone] OJCCD-454-2. Freddy Hill, tromba; Teddy Edwards, sax tenore; Roy Ayers, vibrafono; Mike Melvoin, piano; Leroy Vinnegar, contrabbasso; Milt Turner, battieria. Registrato il 5 marzo 1963.



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venerdì 20 febbraio 2015

Travelin’ Light – They Call It Stormy Monday (Shirley Scott & Kenny Burrell)

 Il blues è sempre il terreno d’incontro naturale di chi pratica il linguaggio del jazz americano. Shirley Scott e Kenny Burrell ne sono due parlanti nativi.

 Travelin’ Light (Mercer-Mundy-Bregman), da «Travelin’ Light», Prestige PR 7320. Shirley Scott, organo; Kenny Burrell, chitarra; Eddie Khan, contrabbasso; Otis Finch, batteria. Registrato il 17 febbraio 1964.



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 They Call It Stormy Monday (Aaron Walker), id.



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giovedì 19 febbraio 2015

News From Home – Let’s Get Lost (Bill Carrothers)

 L’ho già detto? Fa niente, lo ridico: Bill Carrothers è meno noto di altri pianisti americani fra i quaranta e i cinquanta, ma è più bravo di quasi tutti. È un originale, perché se ne impippa di fare l’originale.

 News From Home (Carrothers),  da «A Night At The Village Vanguard», Pirouet LC 12741. Bill Carrothers, piano; Nicolas Thys, contrabbasso; Dré Pallemaerts, batteria. Registrato il 18 luglio 2009.



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 Let’s Get Lost (Loesser-McHugh), id.



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mercoledì 18 febbraio 2015

Seventy-Six – Pretty Liddle Waltz (Kenny Wheeler)

 Non ne sono certo, ma può ben darsi che questa sia l’ultima registrazione di Kenny Wheeler, che è morto l’autunno scorso. Il disco è del dicembre 2013 e lo trova, abbastanza provato, in compagnia tutta inglese; io l’ho avuto per le mani solo oggi e praticamente lo ascolto per la prima volta insieme con te.

 Pretty Liddle Waltz trapassa continuamente in modo curioso e inavvertibile dal 3 al 4.

 Seventy-Six (Wheeler), da «Songs For Quintet», Ecm 2388 470 4652. Kenny Wheeler, flicorno; Stan Sulzmann, sax tenore; John Parricelli, chitarra; Chris Laurence, contrabbasso; Martin France, batteria. Registrato nel dicembre 2013.



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 Pretty Liddle Waltz (Wheeler), id.



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martedì 17 febbraio 2015

September In the Rain – They Can’t Take That Away From Me – Serenade (Herman Chittison)

 Herman Chittison, l’elegante pianista che, soprattutto per il suo lavoro in assolo, suscitò paragoni non troppo peregrini con Art Tatum, qui è impegnato dapprima in due standard notissimi che affronta con musicalità e swing ma senza sorprese, cosa che con Tatum non succedeva mai, la mancanza di sorprese, dico.

 Il trattamento di Serenade, che potrebbe aver richiamato il trio di Tatum, sembra invece precorrere il primo trio di Ahmad Jamal, di pochi anni dopo.

 September In the Rain (Dubin-Warren), da «The Chronological Herman Chittison»,  Classics 1334. Herman Chittison, piano. Registrato l’8 maggio 1950.



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 They Can’t Take That Away From Me (Gershwin-Gershwin), id.



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 Serenade (Tosell), ib. Chittison; Everett Barksdale, chitarra; Abie Baker, contrabbasso. Registrato il 14 agosto 1950.



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lunedì 16 febbraio 2015

Fragments From A Long Story – Ratsorock (Part Two) (Paolo Bordini, Franco Feruglio, Andrea Centazzo)

 I tre pezzi dal lontano disco di Andrea Centazzo & Co. che ho pubblicato due giorni fa hanno suscitato un imprevisto ma comprensibile interesse, tanto che in altra sede mi sono visto esortato a pubblicarne ancora.

 Intanto mi sono anche mosso per chiedere all’unico componente del trio da me raggiungibile, Centazzo, notizie su quella seduta e sui due suoi bravissimi compagni (vedi nei Commenti). Bravissimo anche Centazzo, naturalmente.

 Fragments From A Long Story, da «Ratsorock», ICTUS 0010. Paolo Bordini, piano elettrico; Franco Feruglio, contrabbasso; Andrea Centazzo, batteria e percussioni. Registrato nel 1976-77.



 Ratsorock (Part Two), id.


domenica 15 febbraio 2015

Tangerine (Dexter Gordon)

 Dexter Gordon mi piace quando il suo modo rilassato di stare sul tempo non è troppo rilassato. Qui è anzi molto vivace e certo si giova di una sezione ritmica con la quale sarei stato vivace anch’io, nonché della vicinanza in front line di Thad Jones.

 Sa il cielo perché l’esecuzione sfumi poco prima del nono minuto.

 Tangerine (Mercer-Schertzinger), da «Tangerine», [Prestige] OJCCD 1041-2. Thad Jones, tromba; Dexter Gordon, sax tenore; Hank Jones, piano; Stanley Clarke, contrabbasso; Louis Hayes, batteria. Registrato il 22 giugno 1972.



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sabato 14 febbraio 2015

Old And New Impressions – Troubles – Take Your Time (Paolo Bordini, Franco Feruglio, Andrea Centazzo)

 Apri bene le orecchie: dai vituperati, confusi, malintesi, in buona parte oscuri anni Settanta italiani ecco un trio oscurissimo, con due a me ignoti e molto bravi, Franco Feruglio e Paolo Bordini, e l’un po’ dimenticato – qui, ma attivo in USA – , Andrea Centazzo, anche produttore del disco.

 Il quale disco mi è arrivato chissà quando in condizioni precarie dalla rete, tanto che non sono in grado di precisare gli autori delle composizioni (ovviamente, in coda a Old And New Impressions, i tre suonano On green Dolphin Street). Disco notevolissimo e non invecchiato: a momenti sembra di sentire Medeski, Martin & Wood vent’anni prima.

 Old And New Impressions, da «Ratsorock», ICTUS 0010. Paolo Bordini, piano elettrico; Franco Feruglio, contrabbasso; Andrea Centazzo, batteria e percussioni. Registrato nel 1976-77.



Troubles, id.



 Take Your Time, id.


venerdì 13 febbraio 2015

Can’t Help Lovin’ Dat Man Of Mine (Betty Roche)

 Can’t Help Lovin’ Dat Man Of Mine (Hammerstein II-Kern), da «Take the “A” Train», Betlehem 20-30142. Betty Roché con Conte Candoli, tromba; Eddie Costa, vibrafono; Donn Trenner, piano; Whitey Mitchell contrabbasso; Davey Williams, batteria. Registrato nel 1956.



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giovedì 12 febbraio 2015

30 Pier Avenue (Andrew Hill)

 Già la formazione ti dice quanto questo disco di Andrew Hill sia particolare: un trio pianistico con contrabbasso aggiunto. Il colore insolito, fibroso dell’insieme e le implicite possibilità poliritmiche servono alcune delle composizioni più astratte e asimmetriche del pianista. Il solista di contrabbasso qui è Eddie Khan.

 «Smokestack» fu la seconda seduta di registrazione di Hill per la Blue Note, ma il disco risultante fu il suo quarto a essere pubblicato.

 30 Pier Avenue (Hill), da «Smokestack», Blue Note TOCJ 4160. Andrew Hill, piano; Richard Davis, Eddie Kahn, contrabbasso; Roy Haynes, batteria. Registrato il 13 dicembre 1963.



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mercoledì 11 febbraio 2015

A House Is Not A Home – What’s Going On (Gene Ammons)

 1971, and how. Gene Ammons, sax tenore con una di quelle sonorità che da sole riempie un’ascensore, suona una canzone di Bacharach e poi una di Marvin Gaye nella cornice funky-leccata di cui in quegli anni parecchi jazzisti gradivano offrirsi contornati. L’esperimento, devo dire, riesce meglio ad Ammons che ad altri, proprio per il peso specifico della sua voce e per la franchezza anche un po’ sboccata dell’eloquio.

 Light fare, ma ogni tanto a me piace. Arrangiamenti e direzione di Bill Fischer.

 A House Is Not A Home (Bacharach-David), da «My Way», Prestige PR 10022. Gene Ammons, sax tenore; Roland Hanna, piano elettrico. Registrato il 26 luglio 1971.



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 What’s Going On (Gaye-Cleaveland-Benson), ib. Gene Ammons; Robert Prado, Ernie Royal, tromba; Garnett Brown, trombone; Richard Landry, sax tenore; Babe Clark, sax beritono; Roland Hanna, piano elettrico; Ted Dunbar, chitarra; Chuck Rainey, basso elettrico; Idris Muhammad, batteria; Omar Clay, percussioni; Yvonne Fletcher, Patricia Hall, Loretta Ritter, Linda Wolfe, coro; archi.



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martedì 10 febbraio 2015

Song For Che (Keith Jarrett)

 Questo concerto radiofonico di Amburgo del 1972, appena riportato alla luce dalla Ecm, coglie Keith Jarrett e il suo trio di allora in un momento particolarmente estroverso, più rapsodico del solito, in a hippie mood. Nei primi dieci-quindici anni della sua carriera, Jarrett era un po’ una cartina di tornasole dei suoi tempi, prima di diventarlo soprattutto delle sue nevrosi.

 In questa nota composizione di Haden, Jarrett si esibisce con dovizia anche al sax soprano.

 Song For Che (Haden), da «Hamburg ’72», ECM 2422 470 4256. Keith Jarrett, sax soprano, piano, percussioni; Charlie Haden, contrabbasso; Paul Motian, batteria, percussioni. Registrato il 14 giugno 1972.



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lunedì 9 febbraio 2015

Not Scheduled – Four Keys (Lee Konitz, John Scofield, Martial Solal & NHØP)

 Il disco, del 1979 e inciso in Germania, comprende sei composizioni di Martial Solal, che oltre che un grande – ma, ho scoperto, controverso – pianista, è un  compositore molto estroso. John Scofield può sembrare un elemento un po’ allotrio alla compagnia, ma funziona invece benissimo.

 In Four Keys i quattro improvvisano eterofonicamente sul blues di 12 battute, ciascuno in una sua tonalità. La presenza di Konitz e della chitarra e i fraseggi di Solal costituiscono un richiamo credo esplicito a Intuition e Digression di Lennie Tristano (1949).

 Not Scheduled (Solal), da «Four Keys», MPS ‎ULS-6016-P. Lee Konitz, sax alto; John Scofield, chitarra; Martial Solal, piano; Niels Henning Ørsted Pedersen, contrabbasso. Registrato nel maggio 1979.



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 Four Keys (Konitz-Solal-Scofield-Ørsted Pedersen), id.



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domenica 8 febbraio 2015

Medulla-Vagus (Steve Coleman)

 È fascinoso tutto, questo disco di Steve Coleman, un musicista che, pur ammirandolo, non mi aveva mai entusiasmato prima. Vi si sentono suggestioni diverse del jazz degli ultimi trent’anni, in questo pezzo in particolare echi timbrici di Henry Threadgill e naturalmente l’esperienza dell’M-Base a cui il nome di Coleman è legato; ma soprattutto c’è molto di originale e di promettente.

 Insomma ci sarebbe tanto da dirne e un’altra volta lo farò; per adesso ascolta e, se già non conoscessi, incuriosisciti.

 Medulla-Vagus (Coleman), da «Functional Arrhythmias», PI Recordings PI47. Jonathan Finlayson, tromba; Steve Coleman, sax alto; Miles Okazaki, chitarra; Anthony Tidd, basso elettrico; Sean Rickman, batteria. Registrato nel maggio 2012.



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sabato 7 febbraio 2015

Blues Medium – Brew’s Nightmare (Tony Fruscella & Brew Moore)

 Tony Fruscella (1927-1969) e Brew Moore (1924-1973) furono due che dissero una parola loro, forse modesta ma inconfondibile. Fruscella, grosso modo coetaneo di Miles Davis e di Chet Baker, suonava una tromba quieta e rimuginativa, molto personale. Di Moore è rimasta famosa una frase: «Chi non suona come Lester Young, sbaglia».

 Bello anche il pianista Bill Triglia, che incise con Mingus.

Blues Medium (Fruscella-Moore), da «The 1954 Unissued Atlantic Sessions», Fresh Sound FSR-CD 660. Tony Fruscella, tromba; Brew Moore, sax tenore; Bill Triglia, piano; Teddy Kotick, contrabbasso; Bill Heine, batteria. Registrato il 22 marzo 1954.


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 Brew’s Nightmare (Fruscella-Triglia), id.



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venerdì 6 febbraio 2015

Chronic Blues (John Coltrane)

 Questo blues vigoroso viene dal primo, bellissimo disco di John Coltrane a proprio nome. «Chronic» è una varietà potente e pregiata di marijuana; l’arrangiamento è di Cal Massey, come nel resto del disco.

 Non credo si sia mai sentito un sax baritono nei dischi di Coltrane, a parte quello previsto dalle partiture dolphyiane di «Africa Brass». Qui si trova nelle mani capacissime di Sahib Shihab. Il trombettista Splawn, chissà chi era.

 Chronic Blues (Coltrane), da «Coltrane», Prestige-OJCCD-020-2. Johnny Splawn,  tromba; John Coltrane, sax tenore; Sahib Shihab, sax beritono; Mal Waldron, piano; Paul Chambers, contrabbasso; Albert «Tootie» Heath, batteria. Registrato il 31 maggio 1957.



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giovedì 5 febbraio 2015

Tall Grass (Duke Jordan)

 Duke Jordan aveva già inciso questa sua composizione in un Blue Note del 1960, con il titolo Starbrite e con le voci solistiche di Dizzy Reece e Stanley Turrentine. Qui tutto è più asciutto e «moderno», a cominciare dallo stile di Jordan; è una bella versione, priva tuttavia dell’incanto estatico di quella di quindici anni prima.

 Tall Grass (Jordan), da «Duke’s Delight», SteepleChase SCCD 31046. Richard Williams, tromba; Charlie Rouse, sax tenore; Duke Jordan, piano; Sam Jones, contrabbasso; Al Foster, batteria. Registrato il 18 novembre 1975.



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mercoledì 4 febbraio 2015

Background Music – Perhaps (Aaron Goldberg)

 Non è l’uomo nuovo del pianoforte questo giovane Aaron Goldberg; anzi, non è nemmeno così giovane, visto che sta per compierne quarantuno.

 Però è bravissimo, questo sì; suona con molto gusto e sa comporre un programma interessante e vario alternando sue composizioni, musiche sudamericane e due composizioni jazzistiche che non sono in repertorio e testimoniano della sua intelligenza e studiosità: Background Music, cioè il travisamento scritto da Warne Marsh di All Of Me ed eseguito spesso dai tristaniani storici – Goldberg e soci lo eseguono a velocità folle; e Perhaps, blues di Charlie Parker che ha la caratteristica di avere l’head costituito da due linee in contrappunto imitato (la versione di Parker, con Davis, Lewis, Russell e Roach è del 1948).

 Fortissima la ritmica.

Background Music [All Of Me] (Marsh), da «The Now», Sunnyside SSC1402. Aaron Goldberg, piano; Reuben Rogers, contrabbasso; Eric Harland, batteria. Registrato nell’aprile 2014.



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 Perhaps (Parker), id.



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martedì 3 febbraio 2015

Pay It No Mind (Arnett Cobb)

 Arnett Cobb, come devo averti già detto, è uno dei miei sax tenori preferiti e credo che dovrebbe esserlo anche dei tuoi: un texano ben rappresentativo di quella scuola tenoristica ma con una musicalità infallibile che gli altri non hanno avuto.

 Pay It No Mind (Cobb), da «Arnett Cobb And His Orchestra, 1946-1947», Chronological Classics 1071. David Page, tromba; Al King, trombone; Arnett Cobb, sax tenore; George Rhodes, piano; Walter Buchanan, contrabbasso; George Jones, batteria. Registrato nell’agosto 1947.



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