Com’è ormai, se non ancora tradizione, buona abitudine dopo che Jazz nel pomeriggio è rimasto chiuso a lungo, ad aprire le finestre per cambiare l’aria è Alberto Arienti Orsenigo, che, conforme al suo gusto, ha scelto una cantante e una bellissima versione di un amato classico dell’American songbook.
Tea for two è una zuccherosa canzone scritta da Vincent Youmans (testo di Irving Caesar) inserita nel musical (e nel film) «No, No, Nanette». Scritta nel 1925, ha avuto successo per l’orecchiabilità del tema e per il testo ruffiano e civettuolo. Le versioni cantate sembrano voler perpetrare il misfatto e quella di Doris Day è forse quella perfetta per il traboccare di melassa. Le versioni jazzistiche solo suonate prendono il tema come fosse un’autostrada nel deserto, piatta e senza curve, e danno il gas (forse sperando di finire prima); famoso il virtuosismo mostrato da Art Tatum, che ne esce vincitore assoluto.
La canzone fu spremuta abbastanza ma ci fu ancora Tommy Dorsey che ebbe la sfrontatezza di eseguirla in versione cha-cha-cha, ottenendo uno dei suoi pù grandi successi.
La popolarità un po’ ossessiva del tema spinse persino Dmitri Shostakovich a scrivere un suo arrangiamento, sebbene solo per scommessa col direttore d’orchestra Nikolai Malko: dopo averla ascoltata per radio, il compositore scommise di scrivere una nuova orchestrazione in mezz’ora, e ci riuscì.
Io però vorrei parlare di una versione vocale che secondo me è perfetta perché rispetta lo spirito del testo ma contemporaneamente lo tradisce, trasformando il tutto in un giochino di alta sofisticazione. L’artista autrice di questa abile trasformazione è la cantante-pianista Blossom Dearie (1924 - 2009).
Dotata di un’aggraziata voce di ragazzina e di un notevole senso dello swing, nonché di un notevole humor molto garbato, ci propone le dolcezze della vita di coppia (legittima) con un'ingenuità fresca e affascinante. Lentamente, come lento è il tempo scelto, giocando su inflessioni, sospiri e ritardi, l’ingenuità del testo assume una sfumatura maliziosa che finisce per promettere molto di più dei pasticcini da tè, visto che poi alla fine lei vuole due bambini, la femmina per lui e il maschio per lei. Roba da non far dormire un’intera generazione di malintezionati!
Ma l’eleganza della confezione, sobria nell’orchestrazione, alla fine vince su tutto e trasforma la canzone in un gioiellino, alla faccia anche degli autori.
Tea for Two (Youmans-Caesar), da «Once Upon a Summertime», Verve. Blossom Dearie, canto e piano; Mundell Lowe, chitarra; Ray Brown, contrabbasso; Ed Thigpen, batteria. Registrato nel 1959.