Stando alle note di copertina di Adriano Mazzoletti, Lee Konitz arrivò a Roma inatteso da tutti nell’ottobre del 1968 da New York dove viveva in semi-ritiro, suonò un po’ in giro – ma che meraviglia – poi si esibì al festival di Bologna con Jimmy Woode s Stu Martin e quindi, di ritorno a Roma, fu portato a registrare con la ritmica francese che vedi. Non so dirti su due piedi se questo fosse il suo primo incontro con Martial Solal, ma non credo; so che la seduta produsse abbastanza da fare un secondo disco, «European Episode». Ignoro chi nasconda lo pseudonimo «Dinamo» che compare come autore di due composizioni.
Ciò che trattiene questo disco dall’essere una riuscita completa è la sconsiderata decisione di Lee di applicare (come farà poco dopo in un altro suo disco italiano, «Stereokonitz») l’octave divider al saxofono per buona parte del programma, non in questi due pezzi, tuttavia. È un peccato, perché era in gran forma e i suoi assoli sono tutti da ascoltare. La versione in duo di Stella è una delle più singolari che abbia mai sentito, con Solal scatenato.
Chissà che bella, Roma, quell’autunno.
Impressive Rome (Dinamo), da «Impressive Rome», CAM 498376-2. Lee Konitz, sax alto; Martial Solal, piano; Henri Texier, contrabbasso; Daniel Humair, batteria. Registrato il 12 ottobre 1968.
Stella By Starlight (Young), ib. solo Konitz e Solal.
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7 commenti:
Che sia lui non lo so, ma Dinamo era lo pseudonimo (uno degli pseudonimi) di Gianni Marchetti, autore di colonne sonore, di canzoni di grande successo e, allora, per Piero Ciampi, di grande insuccesso (ma memorabili, allora e oggi). L'ambiente è quello, romano. Gli anni sono quelli. Non so. Ma mi piacerebbe molto che fosse.
Ah! Dev'essere lui.
ma non era il varitone?
È la stessa cosa; o meglio, l‘octave divider è un effetto del Varitone che raddoppia la voce all’ottava inferiore.
un effettaccio che ha rovinato Stereokonitz, anche se la reso riconoscibilissimo... Anche Sonny Stitt ne fece uno col varitone e tu un disastro
Credo che sia Sonny sia Lee fossero tentati, per ragioni pratiche, di fare il salto nella fusion, ma poi non ne abbiano avuto il coraggio; non andarono oltre il Varitone, e fu già troppo.
Lee nella fusion non me lo vedo nemmeno dipinto. forse era più interessato all'elettronica e alle sue possibilità
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