sabato 31 marzo 2012

Quiet Pictures - Cinnamon Flower (Charlie Rouse)

  Mi toccherà istituire una nuova categoria di Jazz nel Pomeriggio, «Cadute di gusto». Il fatto è che questa estate precocissima e quasi importuna (qui a Milano: il jazzomane del Centro, del Sud, delle Isole e delle Colonie potrà contraddirmi) ha fatto semolino del mio cervello.

  Non per questo il blog si dà malato. E comunque, diciamolo, anche nei suoi cedimenti di gusto il Jazz nel Pomeriggio conserva sempre almeno parte della distinzione che il suo colto lettore e la sua inclita lettrice meritano. E poi, ancora: anche se un po’ svaccato, è pur sempre Charlie Rouse che suona – mica còtiche. E ringrazia che t’ho risparmiato i sintetizzatori.

  Quiet Pictures [Natal No Interior] (Dom Salvador), da «Cinnamon Flower», (Douglas) Rykodisk RCD 10053. Claudio Roditi, tromba; Clifford Adams, trombone; Charlie Rouse, sax tenore; Dom Salvador, piano; Amaury Tristão, chitarra; Jesse Levy, violoncello; Ron Carter, contrabbasso; Portinho, Bernard Purdie, batteria. Registrato nel 1977.



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  Cinnamon Flower [Cravo Canela] (Milton Nascimento), ib. ma Ulysses Kirksey, violoncello, al posto di Levy; Carlos Martinez, conga.



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venerdì 30 marzo 2012

Meeting on Termini’s Corner - Lament (Rahsaan Roland Kirk)

  L’ho già detto qui più di una volta, temo: sarebbe mia intenzione scrivere una volta o l'altra per te qualcosa su Rahsaan Roland Kirk, non un post di quattro righe ma una cosa più impegnativa. Ma poi, un po’ la mia pigrizia, un po’ il fatto che la sua musica sia così eloquente di per sé me ne distolgono. Comunque eccolo qui nel 1962 in un disco che lo trova in diverse formazioni molto agguerrite in cui si succedono al pianoforte Andrew Hill, Wynton Kelly e Herbie Hancock. Scelgo quella con Andrew Hill, perché Hill fornisce un bel contrasto espressivo a Kirk; poi perché lo si sente diverso rispetto ai suoi dischi di pochi anni dopo, più estroverso (e influenzato da McCoy Tyner); e infine perché sentire Hill come sideman è sempre una relativa rarità.

Meeting on Termini’s Corner (cioè al Five Spot dei fratelli Termini, non all’angolo della stazione centrale di Roma) ha una bellissima introduzione in contrappunto libero derivata tematicamente da On Green Dolphin Street, e prosegue con alcuni chorus sugli accordi della canzone di Kaper. Lament è la composizione di J. J. Johnson resa famosa da Miles Davis e Gil Evans in «Miles Ahead», qui proposta in un mood insolito. In Meeting, Kirk è al tenore, brevemente doppiato dallo stritch; in Lament suona il tenore e il manzello.

  Meeting on Termini’s Corner (Kirk), da «Domino», Verve. Rahsaan Roland Kirk, sax tenore, stritch; Andrew Hill, piano; Vernon Martin, contrabbasso; Henry Duncan, batteria. Registrato il 6 settembre 1962.



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  Lament (Johnson), id.



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giovedì 29 marzo 2012

How Deep Is the Ocean (Cecil Payne)

  Un’esecuzione del grande standard di Irving Berlin da uno dei massimi sax baritoni del jazz, Cecil Payne. A una delicata introduzione, in cui pare proprio di sentire un tenore, seguono due chorus in cui Cecil esplora gli abissi del registro grave senza perdere di delicatezza.
  Duke Jordan, un musicista che negli ultimi tempi ho rivalutato, secondo suo solito dice molto con poche note.

  How Deep Is the Ocean (Berlin), da «Patterns of Jazz», Savoy MG 12147. Cecil Payne, sax baritono; Duke Jordan, piano; Tommy Potter, contrabbasso; Art Taylor, batteria. Registrato il 19 maggio 1956.



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martedì 27 marzo 2012

After All - Jitney No. 2 (Cecil Taylor)

  È stato scritto che Cecil Taylor è il Jackson Pollock del jazz. L’accostamento sulle prime appare quasi ovvio; anzi, lo appare tanto da dubitare che sia sensato.

  A me comunque pare che Taylor abbia una gamma espressiva più variata di quella di Pollock (il che non è un giudizio di merito). Del magnifico live a Montreux del 1974, uno dei suoi capolavori, di cui ti ho già presentato parte tempo fa, ecco altri due pezzi. Il parallelo con Pollock è facile – ma non significa azzeccato – soprattutto nel secondo pezzo, Jitney No. 2.

  After All (Taylor), da «Silent Tongues», (Arista Freedom) Black Lion 8776332. Cecil Taylor, piano. Registrato il 2 luglio 1974.



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  Jitney No. 2 (Taylor), id.



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lunedì 26 marzo 2012

La Berthe (Elmo Hope)

  Elmo Hope, un individualista del pianoforte jazz moderno, amico fraterno di Thelonious Monk, è uno di quelli che, a pelle, non mi entusiasmano (il suo eloquio è un po’ troppo sfrangiato per il mio gusto reazionario), ma che mi incuriosiscono abbastanza da volerli approfondire. Certo, quando andrò in pensione - cioè mai.

  «La Berthe» era il soprannome che i Francesi avevano dato a un pezzo d’artiglieria pesante usato nella Grande Guerra dall’esercito tedesco; Bertha era anche la devota moglie di Hope, eccellente pianista e compositrice ella stessa.

  La Berthe (Hope), da «The All Star Sessions», Milestone MCD-47037-2. Elmo Hope, piano; Percy Heath, contrabbasso; Philly Joe Jones, batteria. Registrato il 29 giugno 1961.



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domenica 25 marzo 2012

The Things We Did Last Summer (Dizzy Reece)

  Bellezza pura e quasi sfacciata della tromba di Dizzy Reece, l’anglo-giamaicano di cui ci dovremmo tutti ricordare più spesso. Qui si fa quel che si può, come per Stanley Turrentine e Duke Jordan, del resto.

  (Chissà com’era la giornata, quel 17 luglio del 1960 in New Jersey. E i musicisti saranno arrivati da NY tutti insieme o alla spicciolata? Chissà perché questo pezzo mi cava simili riflessioni, nel marzo del 2012, in Lombardia, per giunta. Tu ne hai idea?)

  The Things We Did Last Summer (Cahn-Styne), da «Comin’ On», Blue Note 7243 5 22019 2 1. Dizzy Reece, tromba; Duke Jordan, piano; Sam Jones, contrabbasso; Al Harewood, batteria. Registrato il 17 luglio 1960.



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sabato 24 marzo 2012

Death and Taxes - Evelyn (Walt Dickerson)

  «Death and taxes», giusta un adagio statunitense, sarebbero le due cose certe della vita. Walt Dickerson, vibrafonista supremo, già sentito su JnP e soprattutto in un misconosciuto capolavoro che ho corredato la scorsa tarda estate di un esangue abbozzo d’analisi, rende quest’inesorabilità con la sua grazia consueta e con ironia, inverandola in un ostinato in 3/4 che, su un unico accordo, percorre tutto il pezzo.

  Semplicemente soave, semplice nella sua soavità la ballad che segue. Meraviglia pensare che questo disco bellissimo rappresenti l’esordio di Dickerson, che è autore di tutte le composizioni.

  Death and Taxes (Dickerson), da «This is Walt Dickerson», Prestige/OJC 1817. Walt Dickerson, vibrafono; Austin Crowe, piano; Bob Lewis, contrabbasso; Andrew Cyrille, batteria. Registrato il 7 marzo 1961.



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  Evelyn (Dickerson), id.



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venerdì 23 marzo 2012

Theme from “Lawrence of Arabia” (Morris Nanton)

  Nominato un paio di giorni fa, e per proseguire nella vena non troppo impegnata di questa settimana, eccoti «nientemeno» che il Tema da Lawrence d’Arabia eseguito da dinamico trio dell’ottimo Morris Nanton nel 1964.

  Anche in repertorî un po’ borderline, Nanton, sostenuto sempre dal bravissimo Edge, riesce a non scadere mai nel cocktail piano, cosa che talvolta è capitata perfino a un luminare come Ahmad Jamal, per citare una sua ispirazione.

  Theme from “Lawrence from Arabia” (Maurice Jarre), da «Preface», Prestige PR 7345. Morris Nanton, piano; Norman Edge, contrabbasso; Oliver Jackson, batteria. Registrato fra il 14 agosto e il 3 settembre 1964.



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giovedì 22 marzo 2012

Would You Like to Take a Walk (Leroy Vinnegar)

  Leroy Vinnegar, il roccioso bassista californiano noto come «the Walk» (tutte le composizioni in questo disco contengono una qualche forma di quella parola), sentito qui sopra già un'infinità di volte, è nella prima delle poche occasioni discografiche a suo nome.

  Vinnegar non era di quei supervirtuosi che suonano il contrabbasso come fosse una chitarra, ma credo proprio che nessuno dei tanti che sono stati sostenuti e spinti dai suoi bassi poderosi e musicalissimi abbia mai lontanamente pensato di lamentarsene.

  Would You Like to Take a Walk (Warren-Dixon-Rose), da «Leroy Walks!», Contemporary/OJCCD-160-2. Victor Feldman, vibrafono; Carl Perkins, piano; Leroy Vinnegar, contrabbasso; Tony Bazley, batteria. Registrato il 23 settembre 1957.



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mercoledì 21 marzo 2012

La Salle St. After Hours (John Wright)

  Dei pianisti soul jazz proposti nei primi anni Sessanta, il poco ricordato ma ancora attivo chicagoano John Wright non è il più irrilevante. A differenza che, per dire, in Morris Nanton o in Ray Bryant o in Bobby Timmons (li hai incontrati tutti su JnP, prima o poi, v. qui a destra), l’essenza blues prevale in Wright su quella bop, perlomeno quando suona il blues e certamente in questo simpatico disco dedicato alla sua città.

  La Salle St. After Hours (Wright), da «South Side Soul», Prestige/OJC 1743. John Wright, piano; Wendell Roberts, contrabbasso; Walter McCants, batteria. Registrato il 30 agosto 1960.



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martedì 20 marzo 2012

Smack Up (Harold Land)

  Il quintetto presente in questo che è probabilmene il disco più famoso di Harold Land riunisce quattro notabili del jazz nero della California, tutti più volte presenti su JnP, più lo svedese americanizzato Rolf Ericson, trombettista coi fiocchi e che è raro sentire fuori dal contesto di una big band.

  Come già ho osservato in un’occasione analoga, questo jazz può dirsi «californiano» solo per la provenienza geografica degli esecutori e per la sede della registrazione, oltre che per l’etichetta Contemporary di Lester Koenig, che ha molto documentato, e in modo insigne, il West Coast jazz.

  Curiosità: Elmo Hope è indicato come arrangiatore della seduta.

  Smack Up (Land), da «Harold in the Land of Jazz», (Contemporary) OJCCD-162-2. Rolf Ericson, tromba; Harold Land, sax tenore; Carl Perkins, piano; Leroy Vinnegar, contrabbasso; Frank Butler, batteria. Registrato il 13 o il 14 gennaio 1958.



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lunedì 19 marzo 2012

The Kicker (Grant Green)

  Buon lunedì, buona settimana, con un sestetto veramente sontuoso che include due quarti del quartetto di Coltrane. Eh sì!

  The Kicker (Henderson), da «Solid», Blue Note 33580. James Spaulding, sax alto; Joe Henderson, sax tenore; Grant Green, chitarra; McCoy Tyner, piano; Bob Cranshaw, contrabbasso; Elvin Jones, batteria. Registrato nel maggio 1964.



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domenica 18 marzo 2012

Guest Post #14: Alessandro Achilli & Lol Coxhill

  Dopo che per due anni non ha inviato un solo guest post, Alessandro Achilli me ne ha mandati due nel giro di pochi giorni (di poche ore, per la verità)…
Tra i film di cui Hal Willner (oggetto del mio precedente guest post) è stato produttore musicale c’è anche Vita da strega, versione cinematografica del 2005 (e di molto inferiore, malgrado Nicole Kidman, Shirley MacLaine e Michael Caine) del telefilm Bewitched, andato in onda negli Stati Uniti dal 1964 al 1972 e in Italia (appunto con il titolo Vita da strega) dal 1967.

  Ebbene, ieri sera [il 1 marzo, NdR] a cena parlavamo di Lol Coxhill -- che purtroppo da prima di Natale è in ospedale e ha subito di recente una tracheotomia -- e so che Gennaro Fucile ha già preparato un guest post su di lui ma intanto vorrei dedicargli questo mio guest post augurale: è una registrazione inedita (effettuata dal mio amico Sergio, allora anima del Circ.a, una rete di strutture autogestite che senza sovvenzioni organizzavano concerti di «musiche eterodosse») in cui Coxhill interpreta in chiave jazz la già swingante sigla del telefilm, assieme a Steve Beresford (che sentiamo anche presentare il brano come omaggio a Elizabeth Montgomery, l’attrice protagonista nella parte della bella strega Samantha).

  Il mio augurio è naturalmente che Samantha possa lanciare il più potente dei propri incantesimi e guarire Lol Coxhill. Tra i poteri delle streghe non c'è forse quello di trasformare i sogni in realtà?

  E non posso escludere che Samantha l’abbia già fatto in passato, per esempio quando Erin Murphy, una delle attrici che interpretavano la sua figliolina Tabitha (o Tabatha), ha sconfitto una malattia mortale…
  Un concerto per raccogliere fondi da devolvere a Coxhill si terrà oggi, domenica 18 marzo, a Birmingham.
  Bewitched (Parker-Warren), registrazione inedita dal vivo. Lol Coxhill, sax soprano; Steve Beresford, piano e voce. Mantova, 18 aprile 1998.



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sabato 17 marzo 2012

The Bad and the Beautiful (Milt Jackson)

  The Bad and the Beautiful (Raksin), da «Statements» (Impulse) UMVD 9088. Milt Jackson, vibrafono; Hank Jones, piano; Paul Chambers, contrabbasso; Connie Kay, batteria. Registrato il 14 dicembre 1961.



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venerdì 16 marzo 2012

Tenor Blooz - Yardbird Suite (Art Pepper)

  Art Pepper nel 1957. In Tenor Blooz è al sax tenore, che maneggia con perizia e con un suono robusto e scuro. Pepper riprende l’alto, e la facondia consueta, leggermente isterica, per Yardbird Suite.

  Porgi orecchio al brillante pianista Gerald Wiggins.

  Tenor Blooz (Pepper), da «The Return of Art Pepper», Blue Note CDP 7 468632. Art Pepper, sax tenore; Red Norvo, vibrafono; Gerald Wiggins, piano; Ben Tucker, contrabbasso; Joe Morello, batteria. Registrato il 3 gennaio 1957.



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  Yardbird Suite (Parker), id. ma Pepper suona il sax alto.



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giovedì 15 marzo 2012

Conception (George Shearing)

  George Shearing, morto l’anno scorso, ha avuto una carriera lunga e fortunata ma una nomea un po’ equivoca, quasi da intruso nel jazz, che secondo alcuni puristi avrebbe praticato come outsider, sollecito più che di ogni altra cosa di atmosfere raffinate e piacevoli.

  La verità è che si trattava di un pianista di livello superiore, di un improvvisatore eccezionale, di uno stilista che ha influenzato tanti strumentisti. Ed era un bopper consumatissimo, fra i primi a praticare l’allora nuovo stile sulla tastiera con proprietà e disinvoltura. Il suo orecchio armonico, che si rivela nella sagacia dei voicing dei caratteristici accordi a due mani, era sopraffino; infine, era un eccellente compositore.

  In Conception è molto evidente la sua precoce assimilazione ed elaborazione del Lennie Tristano dei primi trii (1947).

  Conception (Shearing), da «A Jazz Date with George Shearing», OLP #17. George Shearing, piano; Chuck Wayne, chitarra; Marjorie Hyams, vibrafono; John Levy, contrabbasso; Denzil Best, batteria. Registrato il 27 luglio 1949.



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mercoledì 14 marzo 2012

Ohnedaruth (Billy Hart)

  Adempio all’impegno preso ieri ed ecco il quartetto di Billy Hart fresco fresco di ECM (si tratta di un «disco ECM» con tutte le connotazioni che, in questo mio recinto, per lo più non sono positive? Sì, dal punto di vista della presa sonora, che è molto diversa da quella del disco precedente; e anche dal punto di vista compositivo. Ma non direi che Hart e i suoi si siano compromessi, anzi, questa musica rappresenta probabilmente la punta più avanzata della disponibilità di Manfred Eicher verso un’estetica tradizionalmente jazzistica - ciò non toglie che, nel complesso, io abbia preferito lievemente il primo disco).

  Ohnedaruth (senza relazione con una composizione omonima dell’Art Ensemble of Chicago: è una parola sanscrita che significa «compassione») è un d’apres di Ethan Iverson su Giant Steps di Coltrane. L'introduzione del pianista è chiarissimamente memore dei complex di Lennie Tristano, un musicista di cui Iverson è uno dei critici più lucidi e profondi, come sa chi segue il suo blog Do the Math. Colgo l’occasione per osservare come ormai da un pezzo i Bad Plus stiano stretti a Iverson, musicista di grandissimo talento e di intelligenza critica ancora più grande. Ma si tratta pur sempre della sua rent-paying gig, come dicono gli Americani.

  Di Mark Turner bene dice il Lancianese nel suo commento al post precedente.

  Ohnedaruth (Iverson), da «All Our Reasons», ECM 2248. Mark Turner, sax tenore; Ethan Iverson, piano; Ben Street, contrabbasso; Billy Hart, batteria. Registrato dal 13 al 15 giugno 2011.



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martedì 13 marzo 2012

Lullaby for Imke (Billy Hart)

  Di questo quartetto di Billy Hart è uscito da pochissimo, o forse sta per uscire, il secondo disco, «All Our Reasons», stavolta per la ECM. Ne parlerò presto, anticipandoti che è assai bello e che Turner e soprattutto Iverson vi suonano come due padreterni. Hart si conferma ancora un compositore interessante, oltre che il grande batterista che sappiamo.

  Lullaby for Imke (Hart), da «Quartet», High Note HCD 7158. Mark Turner, sax tenore; Ethan Iverson, piano; Ben Street, contrabbasso; Billy Hart, batteria. Registrato il 14 ottobre 2005.



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lunedì 12 marzo 2012

With Respect to Coltrane (Don Ellis)

  Don Ellis con un ottetto greve di percussioni in un omaggio a Coltrane, tre mesi prima della sua morte repentina. È in 9/4 con il bridge in 5.

  With Respect to Coltrane (Tom Scott), da «Pieces of 8», Wounded Bird Records WOU 600. Don Ellis, tromba; Dave Wells, trombone; Tom Scott, sax tenore; Dave MacKay, piano; Ray Neapolitan, contrabbasso; Steve Bohannon, batteria; Alan Estes, timbales; Chino Valdes, conga, bongos. Registrato il 4 aprile 1967.



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domenica 11 marzo 2012

You Blew Out The Flame in My Heart (Coleman Hawkins)

  Nel suo meraviglioso disco tutto bluesy del 1960, Coleman Hawkins suona anche questa composizione, una delle poche accreditate a Johnny Hodges.

  You Blew Out The Flame in My Heart (Hodges-Drake-Shirl), da «Swingville», Prestige/OJCCD 096-2. Joe Thomas, tromba; Coleman Hawkins, sax tenore; Vic Dickenson, trombone; Tommy Flanagan, piano; Wendell Marshall, contrabbasso; Osie Johnson, batteria. Registrato l’8 gennaio 1960.



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sabato 10 marzo 2012

Deep Blues (Duke Ellington)

  La serie della Kaz Records «The Private Collection» raccoglie e pubblica incisioni effettuate da Duke Ellington privatamente, a proprie spese e per suo uso personale (essenzialmente, per poter sentire subito quello che aveva scritto magari la sera prima) e per questo mancano indicazioni precise di data e di formazione.

  Ci si meraviglia (no, in realtà) constatando come il Duca archiviasse spensieratamente invenzioni musicali intorno alle quali altri arrangiatori avrebbero costruito dischi interi.

  Deep Blues (Ellington), da «The Private Collection Vol. 2», Kaz Records KAZ CD 502. Paul Gonsalves, sax tenore; Duke Ellington, piano; Jimmy Woode o Aaron Bell, contrabbasso; Sam Woodyard o Sonny Greer, batteria, più orchestra comprendente Cat Anderson, Ray nance, Clark Terry, Bill Burrows, Bill Berry, Willie Cook, trombe; Quentin Jackson, Britt Woodman, John Sanders, Lawrence Brown, Leon Cox, Chuck Connors, trombone; Russell Procope, Johnny Hodges, Jimmy Hamiton, Harry Carney, Harold Ashby, sax e clarinetto. Registrato a Chicago nel 1957.



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venerdì 9 marzo 2012

Woody’n You - Laura (Ahmad Jamal)

  Ahmad Jamal nel suo disco recentissimo riporta Woody’n You di Dizzy Gillespie nel suo alveo afrocuban. In quest’ambito si giustifica più del solito l’aggiunta al suo quartetto del percussionista Manolo Badrena, che in qualche occasione era sembrato pleonastico.

  In Laura, il pianista dà un saggio della sua intatta maestria nel prosciugamento emotivo e nella decostruzione di uno standard.

  Woody’n You (Gillespie), da «Blue Moon - The New York Session», Jazz Village 570001. Ahmad Jamal, piano; Reginald Veal, contrabbasso; Herlin Riley, batteria; Manolo Badrena, percussioni. Registrato nell’ottobre 2011.



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  Laura (Raksin-Mercer), id. Jamal, Veal.



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giovedì 8 marzo 2012

Five Spot After Dark (Shirley Scott & Stanley Turrentine)

  Scrivo e pubblico un po’ di fretta perché ho avuto una giornata faticosa e non intendo privarmi di quest’unico piacere regolare. Chi se ne frega, OK, ma per giustificare la prosa un po’ tirata via e la completa assenza di analisi o contesto – ho rispetto di te.

  Come quando si mangia in fretta, ho scelto un piatto nutriente, gustoso e digeribile.
PS  Chi sa che la nauseosa correttezza politica non abbia trovato motivo di proscrivere la celebrazione dell’8 marzo; nel dubbio, auguri alle mie 3 o 4 lettrici, viventi, eccitanti eccezioni alla regola che le donne non capiscano il jazz (una di loro addirittura suona il sax tenore, o almeno tanto ama raccontare).

  Five Spot After Dark (Golson), da «Blue Flames», Prestige/OJCCD-328-2. Stanley Turrentine, sax tenore; Shirley Scott, organo; Bob Cranshaw, contrabbasso; Otis «Candy» Finch, batteria. Registrato il 31 marzo 1964.



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mercoledì 7 marzo 2012

The Sandpiper (Gary McFarland)

  Gary McFarland (1933-1971) ebbe una carriera brevissima e anomala. Si avvicinò assai tardi alla musica, durante il servizio militare, il che spiega perché non diventasse uno strumentista, pur cimentandosi con il vibrafono; dopo un breve periodo di studio si affermò come compositore e arrangiatore, fra gli altri per Gerry Mulligan e Bill Evans, su diversi dischi Verve e Impulse. Il suo stile era colorato e lieve, diciamo pure piuttosto pop, molto anni Sessanta, e in quella direzione McFarland si stava muovendo quando morì in modo molto stupido a soli 38 anni.

  The Sandpiper (uccelletto simile al gabbiano che zampetta velocissimo sulla battigia) è un blues con accordi alterati. La vivace esecuzione deve tanto ai solisti, soprattutto al grande Richie Kamuca qui anche all'oboe, e a Steve Swallow, quanto alla semplice e fantasiosa partitura.

  The Sandpiper (McFarland), da «Point of Departure», Impulse! A-46. Willie Dennis, trombone; Richie Kamuca, sax tenore, oboe; Jimmy Raney, chitarra; Gary McFarland, vibrafono; Steve Swallow, contrabbasso; Mel Lewis, batteria. Registrato il 4 o il 5 settembre 1963.



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martedì 6 marzo 2012

Thoroughbred (Gil Evans)

  Thoroughbred è una composizione di Billy Harper, qui presente in formazione, che Gil Evans ha registrato diverse volte, la versione più nota essendo quella in «Svengali». Dove là prevaleva la chitarra, qui i tratti distintivi vengono dal basso tuba di Howard Johnson e dal basso elettrico di Herb Bushler – un ottimo musicista, questo, a cui le formazioni evansiane del periodo debbono molto.

  Thoroughbred (Harper), da «Blues in Orbit», ENJA R2 79611. Snooky Young, Mike Lawrence, tromba; Jimmy Cleveland, Jimmy Knepper, trombone; Julius Watkins, corno; Howard Johnson, tuba: Hubert Laws, flauto; Billy Harper, sax tenore; Gil Evans, piano elettrico; Joe Beck, chitarra; Gene Bianco, arpa; Herb Bushler, basso elettrico; Sue Evans, percussioni; Elvin Jones, batteria. Registrato nel 1969.



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lunedì 5 marzo 2012

Me and Some Drums (Coleman Hawkins & Shelly Manne)

  Beh, ecco una specie di scarto di lavorazione (!). Lo studio di registrazione era stato ormai affittato e avanzava del tempo. Per non buttarlo via, Coleman Hawkins disse a Shelly Manne: facciamo una cosa noi due da soli.

  Me and Some Drums (Hawkins, Manne), da «2 3 4», Impulse/Analogue Productions CIPJ 20 SA. Coleman Hawkins, sax tenore & piano; Shelly Manne, batteria. Registrato l’8 febbraio 1962.



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domenica 4 marzo 2012

Guest post #13: Alessandro Achilli & John Zorn

  Uno per uno anche i più restii, i più umbratili, i più pigri cedono alla lusinga e all’ambizione di comparire come guest poster di Jazz nel pomeriggio. Se ne è dovuto pregarlo, ma finalmente anche l’augusto Alessandro Achilli (che su JnP è comparso già, ma come musicista) si aggiunge a questo novero.

  Il produttore Hal Willner ha lavorato a innumerevoli progetti (anche alla tv, come coordinatore musicale di «Saturday Night Live», e al cinema, come produttore musicale per tantissimi registi, tra i quali lo Scorsese di Gangs of New York e soprattutto l’Altman di Kansas City e America oggi) ma ha incominciato a essere un nome noto per gli appassionati a partire da alcuni dischi a tema pubblicati dai primi anni Ottanta chiedendo a vari musicisti di riarrangiare e interpretare, di volta in volta, la musica di Rota, Monk, Weill, Disney, Mingus… Tra i partecipanti più assidui c’erano Carla Bley, Bill Frisell, Sharon Freeman, Gary Windo, Henry Threadgill, Mark Bingham, Todd Rundgren, Steve Lacy, Tom Waits, i fratelli Fowler, Terry Adams/Nrbq, Arto Lindsay, Chris Spedding, Greg Cohen, Michael Blair, Marc Ribot.

  Le riedizioni in cd dei dischi di quella serie usciti originariamente in vinile hanno un po’ pasticciato le cose, per esempio omettendo alcuni brani (uno di Lacy, uno di Bingham e quelli di Zorn, Chadbourne/Shockabilly, McFerrin/Dorough/Samuels, Slagle/Dr.John/Swallow/Blackwell, Terry Adams) per far stare in un unico cd il doppio ellepì dedicato a Monk e invece aggiungendone (Threadgill, Van Dyke Parks ed Elliott Sharp) in quello su Weill.

  Quello che presento qui è perciò uno dei brani esclusi dalla riedizione in cd dell’omaggio a Monk: non è in assoluto la miglior rivisitazione incisa da John Zorn (su Weill fece per esempio di meglio) né la miglior rivisitazione monkiana di tutti i tempi ma intanto credo che chi non possiede il vinile originale non abbia altre possibilità di ascoltarla (o quanto meno: io ho fatto prima a digitalizzarla direttamente dal mio giradischi piuttosto che perdere ore a cercarne una digitalizzazione decente in internet) e inoltre chi non conoscesse i dischi di Willner può trarre anche da questo semplice esempio un’idea del tipo di operazione: non «prendete un tema di Monk (o Rota, Weill, Mingus ecc.), suonatelo un po’ come viene e poi fate vedere quanto siete bravi come solisti» ma «inventatevi un approccio, partite da un’idea di arrangiamento».

  Shuffle Boil (Monk), da «That’s the Way I Feel Now: a Tribute to Thelonious Monk», A&M AMLM66600. John Zorn, sax contralto, clarinetti, richiami da caccia, arrangiamento; Wayne Horvitz, piano, organo, celesta, elettronica; Arto Lindsay, chitarra, voce; M.E. Miller: batteria, timpani. Registrato a New York nel 1984.



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sabato 3 marzo 2012

They All Say I’m the Biggest Fool - Wave (Stanley Turrentine)

  Il post di oggi è in qualche modo un post collegiale di JnP, che origina nello spazio dei commenti. «Easy Walker» mi è stato indicato tempo fa dal totiloquente M.G. come uno dei dischi più belli di Stanley Turrentine. Io non lo conoscevo e Valentina (sax tenore), forse vergognandosi in mia vece, ha pensato bene di regalarmelo.

  They All Say I’m the Biggest Fool (Buddy Johnson), da «Easy Walker», Blue Note CDP 7243 8 29908 2 6. Stanley Turrentine, sax tenore; McCoy Tyner, piano; Bob Cranshaw, contrabbasso; Mickey Roker, batteria. Registrato l’8 luglio 1966.



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  Wave (Jobim), id.



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venerdì 2 marzo 2012

The Star-Crossed Lovers (Pepper Adams)

  Dal quintetto di Detroit già incontrato tempo fa, l’incantevole ritratto shakespeariano che Duke Ellington ha dato di Romeo e Giulietta. Nei ruoli che furono di Johnny Hodges e di Paul Gonsalves nella registrazione originale («Such Sweet Thunder», 1957), Zoot Sims e Pepper Adams non sfigurano. Anzi, anzi.

  The Star-Crossed Lovers (Ellington), da «Encounter!», Prestige/OJC 892. Zoot Sims, sax tenore; Pepper Adams, sax baritono; Tommy Flanagan, piano; Ron Carter, contrabbasso; Elvin Jones, batteria. Registrato l’11 dicembre 1968.



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giovedì 1 marzo 2012

Godchild - Last Night When We Were Young (Bill Charlap)

  Ti riporto al Village Vanguard di New York, dove eravamo l’altroieri a sentire Bill Carrothers. Qui, alcuni anni prima, c’è un altro Bill, impeccabile e non molto altro: Bill Charlap con il suo trio. Dico così perché è impossibile trovare dei difetti a Charlap, che suona un piano mainstream come meglio è difficile desiderare, e con grande gusto, ma sembra un poco troppo appagato dalla sua aderenza a una formula, per quanto sofisticata.

  A me tuttavia ogni tanto piace ascoltarlo, oltre che le qualità summentovate, per gli arrangiamenti molto ingegnosi di pezzi notissimi; qui in Godchild, immortalato dalla tuba band di Miles Davis, riprende intro e outchorus dall’arrangiamento che per quella formazione scrisse Gerry Mulligan. E proprio con Mulligan Charlap suonò per qualche tempo, ai suoi esordi. Gli standard, poi, Charlap li suona come chi ci sia cresciuto dentro: suo padre, Moose, era un compositore di Broadway e sua madre una cantante piuttosto famosa negli anni Sessanta, Sandy Stewart.

  Godchild (Wallington), da «Live at the Village Vanguard», Blue Note 7243 5 97044 2 5. Bill Charlap, piano; Peter Washington, contrabbasso; Kenny Washington, batteria. Registrato nel settembre 2003.



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  Last Night When We Were Young (Arlen-Harburg), id.



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