venerdì 28 giugno 2013

Sirens - Nausikaa (Chris Potter)

 L’aggiornamento quotidiano che ho scelto per il mio blog (trasgredito in questo giugno piuttosto difficile) alle volte finisce per elicitarmi giudizi affrettati o parziali.

 Per esempio, parlando in febbraio del disco «omerico» di Chris Potter, saxofonista mirabile, ti avrò dato l’impressione di averlo giudicato freddamente. È bensì un disco che ha molti dei difetti che imputo alla ECM, e dei quali abbiamo qui discorso insieme molte volte, ma trovo che in realtà contenga molta musica notevole da parte di tutti i partecipanti, anche se magari non del genere che gradisco ascoltare ogni giorno, e che il disco nel suo insieme presenti una coerenza e una sincerità espressive di norma assenti da imprese affini. Diciamo che in queste ultime notti mi ha procurato refrigerio.

 Eccone dunque altri due pezzi, che presento sicuro di attirarmi la censura di almeno un ascoltatore abituale.

 Sirens (Potter), da «The Sirens», ECM 2258. Chris Potter, clarinetto basso; David Virelles, harmonium; Craig Taborn, piano; Larry Grenadier, contrabbasso; Eric Harland, batteria. Registrato nel settembre 2011



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 Nausikaa (Potter), id. ma Potter suona il sax soprano, Virelles la celesta.



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martedì 25 giugno 2013

La Nevada (Gil Evans)

 Probabilmente conoscerai questo pezzo, che viene dal disco più famoso, forse il più bello, che Gil Evans abbia registrato a nome proprio. Oggi ti invito a riascoltarlo facendo attenzione all’assolo di sax tenore, che è opera di Budd Johnson. Johnson è una figura ricorrente di questo blog, un musicista di jazz senza tempo e a suo agio dovunque si facesse musica seriamente. Nell’orchestra è presente anche suo fratello maggiore, Keg Johnson, trombonista. L’assolo di tromba è dello squisito Johnny Coles.

 La Nevada (Evans), da «Out Of The Cool», Impulse 0602517448186. Johnny Coles, Phil Sunkel, tromba; Keg Johnson, Jimmy Knepper, trombone; Tony Studd, trombone basso; Bill Barber, tuba; Ray Beckenstein, Eddie Caine, sax alto; Bob Tricarico, flauto; Budd Johnson, sax tenore; Gil Evans, piano; Ray Crawford, chitarra; Ron Carter, contrabbasso; Charli Persip, batteria; Elvin Jones, maracas. Registrato nel novembre 1960.



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lunedì 24 giugno 2013

Andirivieni (Similado)

 Notevole e sorprendente questo disco del 1988, un’iniziativa di Roberto Zorzi e Alberto Olivieri trascorsa all’epoca praticamente inosservata. Bella anche la composizione di Franco D’Andrea.

 Andirivieni (D’Andrea), da «Capriccio a Milano», Caligola 2166. Similado: Albert Mangelsdorff, trombone; Roberto Ottaviano, sax soprano; Franco D’Andrea, piano; Riccardo Bianchi, chitarra; Roberto Zorzi, chitarra ed effetti; Ernst Rejseger, violoncello; Paolo Damiani, contrabbasso; Trilok Gurtu, tabla, percussioni; Alberto Olivieri, batteria. Registrato nel gennaio 1988.



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sabato 22 giugno 2013

Touch Red - The Good Life (Timo Lassy)

 Riprendo brevemente il discorso cominciato l’altroieri e che tanto vivo dibattito ha suscitato (ero ironico), cioè il profilarsi di un nuovo mainstream jazzistico in cui la componente funk, magari anche soul, funga da direttrice, sostituendo il linguaggio dell’hard bop variamente declinato.

 Il presente quintetto finlandese (ma il pianista è di Atene) si presenta non meno attrezzato dei tedeschi di due giorni fa ma, ai miei orecchi almeno, più interessante. Il leader Timo Lassy ha l’agio di affermarsi come improvvisatore con un suo suono (vicino a Rollins e a Dexter Gordon), cosa che il progetto complessivo di Mo’ Blow impedisce a Felix F. Falk, che deve destreggiarsi fra quattro saxofoni; le composizioni e le esecuzioni sono sì indirizzate dal funk (il piano elettrico non è qui un Rhodes ma un Wurlitzer, dal suono più asciutto e meno evocativo di una temperie stilistica) ma non rifuggono da suggestioni diverse. La sezione ritmica, con il contrabbasso acustico, è anche meno incatenata alla scansione rigorosa dei groove che non sia quella dei tedeschi.

 Come è reso ben evidente dall’esecuzione della canzone di Sacha Distel La belle vie, che Lassy ricorda di sicuro in un’interpretazione di Hank Mobley, per il momento siamo sempre dalle parti di un gustoso manierismo che ben consuona, da quello che ricordo, con le scelte editoriali della casa discografica, la milanese Schema/Rearwards.

 Touch Red (Lassy), da «In With Lassy», Schema Records SCCD 458. Timo Lassy, sax tenore; Georgios Kontrafouris, piano elettrico Wurlitzer; Antti Lötjönen, contrabbasso; Teppo Mäkynen, batteria; Abdissa Assefa, percussioni. Registrato nell’ottobre 2011.



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 The Good Life [La bonne vie] (Distel), id.



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venerdì 21 giugno 2013

Five Tubas (Anthony Braxton)

 Dallo scorcio iniziale dei suoi favolosi anni Settanta, una composizione per cinque bassotuba di Anthony Braxton, poeta delle frequenze ctonie.

 In un caldo venerdì d’estate – il primo giorno d’estate – non so che cosa tu possa chiedere meglio di questo sepolcrale, marmoreo refrigerio.




(Braxton), da «The Complete Braxton», Freedom 32JDF-185. The London Tuba Ensemble: Geoffrey Adams, James Anderson, Michael Barnes, John Fletcher, tuba in mi bemolle; Paul Lawrence, tuba in do. Registrato nel febbraio 1971.



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giovedì 20 giugno 2013

Call me Milroy - Ray (Mo’ Blow)

 Mo’ Blow è un quartetto di giovani jazzisti tedeschi inesorabilmente efficienti nell’offrire un funk jazz esemplato su quello dei tardi anni Sessanta-primi Settanta. Il groove non manca davvero, tracciato dalla sezione ritmica con un certo scrupolo di filologia, sia pure con eccessiva monumentalità, e il saxofonista Falk si produce con bella disinvoltura su tutti e quattro i tagli più diffusi dello strumento, anche se in queste esecuzioni l’improvvisazione ha sempre carattere esornativo, non strutturale (quello è interamente demandato al groove).

 I Mo’ Blow possiamo considerarli rappresentativi di quello che definirei un movimento di rinnovamento del jazz mainstream, che ha spostato il fuoco dal bop – nella sua declinazione hard – al funk. Sono parecchi che ultimamente, anche in Italia, stanno intraprendendo questa strada: vedremo quanto lontano potrà condurre.

 Call me Milroy (Falk), da «Gimme The Boots», ACT 9671-2. Felix F. Falk, sax alto; Matti Klein, piano elettrico Rhodes; Tobias Fleischer, basso elettrico; André Seidel, batteria. Registrato nel 2012.



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Ray (Klein), id. ma Falk suona il sax baritono.



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mercoledì 19 giugno 2013

I’m Beginning To See The Light - A Case Of The Blues (Al Casey)

 Al Casey (1915-2005) è l’aggraziato chitarrista che si sente in tanti dischi di Fats Waller dal 1933 al 1943. Morto Waller in quell’anno, Casey fu  con il pianista Clarence Profit, un altro dei tanti tesori segreti del jazz di cui voglio un giorno parlarti, poi si trovò a incrociare il percorso con i giovani del bop, come Fats Navarro.

 Nel 1944, votato il chitarrista migliore dal referendum della rivista Esquire, Casey prese parte al famosissimo concerto dei vincitori organizzato al Metropolitan da Leonard Feather e sentito qui sopra già più di una volta (scrivi «Al Casey» nella casella «cerca nel blog» qui a fianco). Casey continuò imperterrito fino in tarda età, fra l’altro suonando dal 1957 al 1961 r’n’b con King Curtis.

 In questo bel Prestige a suo nome risalente a quel periodo, qui in una frusciante versione che ho trovato in rete, Al presta la sua chitarra sempre sommessa ma molto swingante a una nota composizione di Duke Ellington e poi a un suo blues.

 I’m Beginning To See The Light (Ellington-Hodges-George-James), da «Moodsville», Prestige MVLP 12. Al Casey, chitarra; Lee Anderson, piano; Jimmy Lewis, contrabbasso; Belton Evans, batteria. Registrato il 10 novembre 1960.



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 A Case Of the Blues (Casey-Lewis), id.



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martedì 18 giugno 2013

Bouncing With Bud (Pepper Adams)

 Hai sentito questa famosa composizione di Bud Powell da Martin Bejerano poche settimane fa. Eccone ora la versione di Pepper Adams del 1973.

 Bouncing With Bud (Bud Powell), da «Ephemera», Spotlite SPJ PA6B. Pepper Adams, sax baritono; Roland Hanna, piano; George Mraz, contrabbasso; Mel Lewis, batteria. Registrato il 10 settembre 1973.



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domenica 16 giugno 2013

Lover Come Back to Me (Dizzy Gillespie)

 Il 1948 fu l’anno d’oro di Dizzy Gillespie caporchestra. Lover Come Back to Me è arrangiata da John Lewis con un esordio latin (ancorato dalle profonde punteggiature del baritono di Cecil Payne) in cui Dizzy enuncia la melodia con un miele e note smeared per lui insoliti. Al termine del primo chorus, Dizzy si libera con una cadenza e il pezzo, a tempo doppio, ne scatena brevemente il virtuosismo, prima di tornare, nella coda, al clima lounge dell’inizio.

 Lover Come Back to Me (Romberg-Hammerstein), da «The Complete RCA Victor Recordings: 1937-1949», Bluebird/RCA 66528. Dizzy Gillespie, Willie Cook, Dave Burns, Elmon Wright, tromba; Andy Duryea, Sam Hurt, Jesse Tarrant, trombone; John Brown, Ernie Henry, sax alto; Joe Gayles, Budd Johnson, sax tenore; Cecil Payne, sax baritono; James Foreman Jr., piano; Al McKibbon, contrabbasso; Teddy Stewart, batteria; Sabu Martinez, bongo; Joe Harris, conga. Registrato il 29 dicembre 1948.



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sabato 15 giugno 2013

Yancey’s Bugle Call (Jimmy Yancey)

 Un compendio in capsula di civiltà musicale afroamericana, questo è il blues di Jimmy Yancey, il più grande dei pianisti storici del boogie e uno dei più originali pianisti di jazz. In questa meravigliosa esecuzione manca il più bizzarro dei suoi effetti, dato dal tag in mi bemolle che concludeva tutti i suoi pezzi indipendentemente dalla loro tonalità; questo semplicemente perché Yancey’s Bugle Call è già in mi bemolle.

 A Yancey ha dedicato un singolare blues Ethan Iverson, in un suo disco pre-Bad Plus.

 Yancey’s Bugle Call (Yancey), da «Barrelhouse Piano», Bluebird 8334-2-RB. Jimmy Yancey, piano. Registrato il 25 ottobre 1939.



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lunedì 10 giugno 2013

Long Vamp (Stanley Cowell)

 In questa composizione che consiste appunto in un reiterato vamp su una semplice progressione, Stanley Cowell dà breve saggio del suo stilema pianistico «a granchio», dove le due mani procedono per moto contrario, quindi dà di piglio alla kalimba (o thumb piano), antichissimo lamellofono africano.

 Long Vamp (Cowell), da «It’s time», SteepleChase SCCD 31740. Stanley Cowell, piano, kalimba; Tom Di Carlo, contrabbasso; Chris Brown, batteria. Registrato nel dicembre 2011.



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domenica 9 giugno 2013

The Revolution - Exotique (Budd Johnson)

 Budd Johnson, uno dei grandi sax tenori e arrangiatori del jazz classico e proto-moderno, è stato un musicista sempre in completo controllo delle situazioni. Qui, per esempio, si accompagna a un organista di grana piuttosto grossa (in compenso c’è Richard Davis al contrabbasso) allo scopo di confezionare delle esecuzioni espressivamente torride.

 The Revolution (Johnson), da «Ya! Ya!», Argo LP 738. Budd Johnson, sax tenore; Al Williams, organo; Richard Davis, contrabbasso; Hilton Evans, batteria. Registrato il 20 gennaio 1964.



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 Exotique (Edward), id.



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sabato 8 giugno 2013

Cracking Hearts - Beat The Ground (Craig Taborn)

 Il disco di Craig Taborn con il suo nuovo trio (vi accennavo all’inizio di quest’anno) è molto bello e merita l’ascolto e anche l’acquisto, chi avesse mantenuto l’abitudine, ormai più snob che obsoleta, di comprare i dischi: Taborn è un pianista di altissima qualità, un pensatore musicale personale d’indole singolarmente austera; Cleaver e il giovane Morgan stanno benissimo al suo livello.

 Tuttavia il disco non restituisce in pieno l’espressività franca e a momenti cupa e anche ispida del complesso che avevo sentito io, trovandosi a pagare pegno al caratteristico finish sonoro della ECM. Ne scapita in particolare il batterista, relegato in un secondo piano poco naturale.

 Cracking Hearts (Taborn), da «Chants», ECM 2326 372 4543. Craig Taborn, piano; Thomas Morgan, contrabbasso; Gerald Cleaver, batteria. Registrato nel giugno 2012.



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 Beat the Ground (Taborn), id.



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