George Shearing, morto l’anno scorso, ha avuto una carriera lunga e fortunata ma una nomea un po’ equivoca, quasi da intruso nel jazz, che secondo alcuni puristi avrebbe praticato come outsider, sollecito più che di ogni altra cosa di atmosfere raffinate e piacevoli.
La verità è che si trattava di un pianista di livello superiore, di un improvvisatore eccezionale, di uno stilista che ha influenzato tanti strumentisti. Ed era un bopper consumatissimo, fra i primi a praticare l’allora nuovo stile sulla tastiera con proprietà e disinvoltura. Il suo orecchio armonico, che si rivela nella sagacia dei voicing dei caratteristici accordi a due mani, era sopraffino; infine, era un eccellente compositore.
In Conception è molto evidente la sua precoce assimilazione ed elaborazione del Lennie Tristano dei primi trii (1947).
Conception (Shearing), da «A Jazz Date with George Shearing», OLP #17. George Shearing, piano; Chuck Wayne, chitarra; Marjorie Hyams, vibrafono; John Levy, contrabbasso; Denzil Best, batteria. Registrato il 27 luglio 1949.
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