Adempio all’impegno preso ieri ed ecco il quartetto di Billy Hart fresco fresco di ECM (si tratta di un «disco ECM» con tutte le connotazioni che, in questo mio recinto, per lo più non sono positive? Sì, dal punto di vista della presa sonora, che è molto diversa da quella del disco precedente; e anche dal punto di vista compositivo. Ma non direi che Hart e i suoi si siano compromessi, anzi, questa musica rappresenta probabilmente la punta più avanzata della disponibilità di Manfred Eicher verso un’estetica tradizionalmente jazzistica - ciò non toglie che, nel complesso, io abbia preferito lievemente il primo disco).
Ohnedaruth (senza relazione con una composizione omonima dell’Art Ensemble of Chicago: è una parola sanscrita che significa «compassione») è un d’apres di Ethan Iverson su Giant Steps di Coltrane. L'introduzione del pianista è chiarissimamente memore dei complex di Lennie Tristano, un musicista di cui Iverson è uno dei critici più lucidi e profondi, come sa chi segue il suo blog Do the Math. Colgo l’occasione per osservare come ormai da un pezzo i Bad Plus stiano stretti a Iverson, musicista di grandissimo talento e di intelligenza critica ancora più grande. Ma si tratta pur sempre della sua rent-paying gig, come dicono gli Americani.
Di Mark Turner bene dice il Lancianese nel suo commento al post precedente.
Ohnedaruth (Iverson), da «All Our Reasons», ECM 2248. Mark Turner, sax tenore; Ethan Iverson, piano; Ben Street, contrabbasso; Billy Hart, batteria. Registrato dal 13 al 15 giugno 2011.
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