sabato 27 aprile 2013

[Guest post #34] Carlo Tosetti & Gerry Mulligan


 Voci nuove, voci interessanti: esordisce nel guest post di Jazz nel pomeriggio l’estroso Carlo Tosetti/Musnorvegicus, poeta, chitarrista e altro (per me soprattutto poeta, con tutto che anche la sua prosa, come stai per leggere o forse già sai dal suo blog, merita nota). Com’è suo singolare talento, partendo da una cosa Carlo arriva a parlare di tante altre.

 Anni fa, prima che mi decidessi ad approfondire temi che gravitano intorno alla salute, fui tormentato da una fastidiosa dermatite che mi straziava l’interno delle braccia. Rinomati luminari della dermatologia, senza spiegarmi le cause di tale afflizione e neppure confessando che – forse – le cause riposavano ancora in una zona d’ombra, dove la scienza medica non aveva ancora scovato l’interruttore della luce, tentarono di curarmi con continui insuccessi.

 Disperato per le mie condizioni, ascoltai il consiglio di un’amica e finii a Milano, da un medico Tibetano.

 Fu una visita molto curiosa. Guardò contro luce le mie urine, controllò gli occhi, la lingua e l’attaccatura dei capelli, mi scrutò il polso alla «moda cinese», poi sentenziò: fegato e vie biliari stressate. Tutto si svolse grazie all’intermediazione di un altro tibetano, traduttore. Mi proibì di mangiare agrumi e mi diede delle perle nerastre, da assumere mattina e sera. Erano disgustose, ma la cura funzionò.

 Che c’entra tutto ciò con Jnp? Il fatto è che, nella sala d’aspetto del centro Tibetano, spiccavano delle foto – formato gigante – di un tizio occidentale, circondato da monaci. Domandai: si trattava di Gerry Mulligan, grande sostenitore della causa del Tibet.
Durante la grave malattia che lo colpì, si fece aiutare anche dai suoi amici orientali. Milano ricorda un suo stupendo concerto con Ornella Vanoni ed il coro dei Monaci del Tibet, poco prima di spegnersi; ulteriore dimostrazione della sua vicinanza a quella cultura.

 Era molto legato a Milano; sua moglie era milanese, a Milano aveva una casa. Ovviamente aveva suonato col caro Enzo Jannacci. Ho letto che spesso s’infilava nel Teatro Alla Scala, durante le prove: conosceva i professori d’orchestra. Insomma, per chi non lo sapesse: era più milanese di molti milanesi…

 Dopo la visita al centro Tibetano, mi informai ed acquistai «Night Lights», disco del 1963, che – delicato e dolce – permise di avvicinarmi al jazz. Marco ha già trattato quel disco, ma mi permetto di proporre un altro brano.
A ricordo di quei giorni, del carissimo medico Tibetano e del grande Mulligan.

 Ciao Marco, ciao a tutti,
 Carlo Tosetti

 Morning of the Carnival [Manha de carnaval] (Bonfa), da «Night Lights», Mercury 818 271-2. Art Farmer, tromba; Bob Brookmeyer, trombone a pistoni; Jim Hall, chitarra; Gerry Mulligan, piano; Bill Crow, contrabbasso; Dave Bailey, batteria. Registrato nel settembre 1963.


3 commenti:

antonio lillo ha detto...

che belle queste coincidenze, ho ascoltato quel disco proprio ierisera, sul tardi, prima di dormire. evidentemente mulligan è nell'aria. :)

Carlo ha detto...

Scie chimiche?

antonio lillo ha detto...

probabile :)