È più curiosa che altro questa produzione hollywoodiana (nel vero senso: registrata a Hollywood) della Columbia che mette insieme per obiettivi commerciali piuttosto sconsigliati due musicisti con davvero poco da dirsi come Monk e Oliver Nelson.
Nelson scrive bene e ci mancherebbe altro, parliamo pur sempre del compositore di un capolavoro come «The Blues and the Abstract Truth», ma equalizza e normalizza senza pietà la musica di Monk in Brilliant Corners, semplificando la melodia e aggiungendo una battuta al bridge, originariamente di sette; e allestisce intorno al pianista un asettico ambiente orchestrale nell’anodina, anzi stupida canzone Consecutive Seconds, incredibilmente composta da Teo Macero, produttore della seduta.
Monk – privato anche del suo batterista Ben Riley, che non sapeva leggere le parti di batteria scritte da Nelson dalla prima all’ultima nota – si trova ridotto a featured soloist ma ce la mette comunque tutta, suonando benissimo e riuscendo così a conferire un qualche senso al disco.
Brilliant Corners (Monk) da «Monk’s Blues», Columbia/Legacy CK 53581. Thelonious Monk, piano, con orchestra arrangiata e diretta da Oliver Nelson: Bobby Bryant, Conte Candoli, Freddie Hill, tromba; Lou Blackburn, Bob Bralinger, Billy Byers, Mike Wimberley, trombone; Ernie Small, sax baritono; Gene Cipriano, Buddy Collette, Tom Scott, ance; Howard Roberts, chitarra; Larry Gales, contrabbasso; John Guerin, batteria. Registrato il 20 novembre 1968.
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Consecutive Seconds (Macero), id.
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