Robert Wyatt non è un jazzista, ma è ed è sempre stato un grande appassionato del jazz, vi si è avvicinato quando suonava nei Soft Machine e questa sua passione si avverte anche nel suo lavoro di songwriter.
Per questo non giudico fuori luogo segnalare qui l’uscita di una nuova biografia critica del musicista inglese, Different Every Time: la biografia autorizzata di Robert Wyatt di Marcus O’Dair. La pubblica la Giunti nella collana Bizarre, c’è la prefazione di Jonathan Coe e la traduzione (traduzione d’eccellenza, e non lo dico perché l’autore è mio amico) di Alessandro Achilli, il ben noto scrittore di musica e anche di jazz, redattore fino a pochissimo tempo fa della rivista «Musica Jazz» nonché reticente contributore di Jazz nel pomeriggio.
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