Su alcuni musicisti, ma anche su argomenti di altra natura, mi ripeto come un disco rotto. Te ne sarai bene accorto o accorta tu che da anni segui il Jazz nel pomeriggio con sedulità degna di cause migliori.
Ricorderai allora che per Carla Bley in quanto caporchestra io nutro un’ammirazione perplessa: ammirazione per le evidenti qualità della Carla, mentre la perplessità (non grave) risale alla natura del suo umorismo. Io del resto condivido il dubbio di quel tale, does humor belong in music? Insomma, regolarmente, ascoltando le sue orchestre, mi sono domandato se la Bley «ce sia» o «ce faccia». Sia chiaro che riconosco questo come un problema tutto mio, non della Bley.
Di certo posso dire che Carla Bley non è affatto, ma nemmeno un po’, la musicista istintiva e fondamentalmente naïve, nonché un po’ oca, che le sue interviste vorrebbero far intendere; sono certo doversi trattare di una tattica per non rispondere a domande che ritiene stupide, quasi sempre con buona ragione.
Questo disco la mostra collaborare con Gary Burton: lui lo apprezzo perché, pur essendo un solista consumatissimo e originale, sa sempre mettersi al servizio della composizione. Le composizioni della Bley, in barba al titolo della suite e del disco, sono indenni da cineserie da gift shop e al quartetto di Burton – da solo nel secondo pezzo – affiancano un sestetto di star, prime fra tutte Steve Lacy e Gato Barbieri. Si tratta del primo lavoro esteso dalla Bley affidato al disco, nel 1967.
The Opening Interlude. Shovels, The Survivors, Grave Train (Bley), da «A Genuine Tong Funeral», RCA/Bmg 74321192552. The Gary Burton Quartet With Orchestra: Gary Burton, vibrafono; Larry Coryell, chitarra; Steve Swallow, contrabbasso; «Lonesome Dragon» (Bob Moses), batteria. Mike Mantler, tromba; Jimmy Knepper, trombone, trombone basso; Howard Johnson, tuba, sax baritono; Steve Lacy, sax soprano; Gato Barbieri, sax tenore; Carla Bley, piano, organo. Registrato nel luglio 1967.
Donwload
Interlude. Lament, Intermission Music (Bley), ib. Solo il Quartetto Gary Burton.
Download
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
forse te l'ho già detto, ma comunque io una volta in un'intervista le chiesi 'sto fatto dell'ironia e lei rispose (più o meno): "io non sono mai ironica, la mia musica significa sempre esattamente quello che scrivo".
E infatti, ora della fine me ne sto convincendo, meglio tardi che mai.
Penso anch'io che nella musica di Carla Bley (o nel modo di presentarla) ci sia molto spesso parecchio umorismo (e quindi nel suo caso sì, humor belongs in music) ma quasi mai -- o proprio mai -- ironia.
Alessandro
Posta un commento