Chi è Charley Rosen? È un giornalista sportivo statunitense e un narratore che (come ho appreso per caso cinque minuti fa da una cara amica romana) questa sera alle 19 sarà presente a Roma, al Palazzo della cultura, nell’ambito dell’annuale Festival della letteratura ebraica.
Converseranno con lui Valerio Bianchini e Rav Moshè Hacmun a proposito del suo romanzo The House of Moses All-Stars (trad. it. Gli All Star di Mosé, 64th and 2nd Editore), la divertente e picaresca narrazione di una traversata del Midwest americano nel pieno della Grande Depressione compiuta da una scalcinata squadra di basket composta tutta da ebrei di Brooklyn, che da Brooklyn non erano mai usciti prima, tutti spinti all’impresa da necessità di diversa natura.
Questo romanzo io lo conosco bene perché lo scorso anno ne sono stato il traduttore. Il jazz non vi ha veramente parte, ed è un peccato, ma per i miei lettori può essere un esercizio divertente associare alla lettura una colonna sonora appropriata.
Se voi, miei lettori romani, doveste avvicinare mister Rosen (lo riconoscerete facilmente, è un uomo altissimo con i baffi), ditegli che il suo traduttore lo saluta affettuosamente da Milano.
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5 commenti:
Confermo, il racconto scorre fluido e divertente; grazie ancora per avermi permesso di leggerlo. L'incontro romano è interessante non solo per la presenza dell'autore, ma anche per quella di Valerio Bianchini, semplicemente l'uomo più colto e intelligente che abbia mai avuto il basket e forse lo sport italiano. Allenatore straordinario, un visionario costretto dal suo status a rendere pratiche ed applicabili le sue intuizioni. Il personaggio che con Dan Peterson ha fatto del basket, negli anni ottanta, il secondo sport italiano. Affabulatore prodigioso e polemista finissimo rendeva le conferenze stampa sempre intriganti e saporite. Ha aperto una libreria a Roma e ha scritto una fondamentale storia del basket. Non perdetevelo, voi che potete, o romani.
M.G.
Io purtroppo non potrò andare. Me ne dispiace non solo per Rosen, che non conosco e che sarebbe stato interessante conoscere, ma anche e soprattutto per Bianchini: anche per me un mito.
Io ci vado e porterò i saluti del traduttore! E poi vi farò sapere
T'invidio, Bagnarole! Se puoi racconta a Bianchini che strani alieni sul pianeta jazz(nel pomeriggio) lo rimpiangono tanto e lo ammirano sempre. Se dovessi morire durante un time-out... so benissimo quale allenatore vorrei avere.
M.G.
Ottimo consiglio. Mi metto alla ricerca del libro.
Ciao
Randa
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