Lennie McBrowne (1933) è un batterista di distinta carriera e variata esperienza che ebbe un momento di buon successo critico fra anni Cinquanta e Sessanta, quando capeggiò questi Four Souls in California, dove si era trasferito da New York e dove, forse il suo merito maggiore, presentò a Ornette Coleman prima Paul Bley, col quale aveva lavorato a NY, poi Charlie Haden. I Four Souls registrarono due dischi, poi si disciolsero e McBrowne più o meno scomparve dalla vista (registrò l’ultima volta nel 1976).
Lennie McBrowne era una rarità in quanto musicista nero sulla scena del West Coast jazz. Questo disco risulta inciso sullo scorcio finale del 1959, quando il «jazz californiano» poteva già dirsi bell’e tramontato. È molto piacevole e suonato benissimo, conforme in tutto ai dettami di quella trascorsa scuola stilistica; direttore musicale della formazione appare il tenorista Jackson autore della maggior parte dei pezzzi; di lui nulla so se non che era nero anch’egli (e anche il bassista Herbie Lewis). La contorta McBrowne’s Galaxy porta invece la firma di Elmo Hope, pensa te, e si sente: è un pezzo «concertante» per il batterista e con il West Coast ha niente da spartire. Soul Sisters, di Jackson, rende un omaggio puramente nominale al soul jazz vigente.
Soul Sisters (Jackson), da «Lenny McBrowne and the Four Souls», Pacific Jazz PJ1. Don Sleet, tromba; Daniel Jackson, sax tenore; Terry Trotter, piano; Herbie Lewis, contrabbasso; Lennie McBrowne, batteria. Registrato prob. nell’autunno del 1959.
McBrowne’s Galaxy (Elmo Hope), id.
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