Questo pezzo di Charlie Parker del 1949 lo conoscono anche i termosifoni, ma lo stesso potrà dirsi, non so, del Rigoletto; potrà forse far male ascoltare queste musiche una volta di più?
Nella cornice orchestrale apprestatagli da Jimmy Carroll, di cui il meglio che si possa dire, e non è poco, è che non gli oppone resistenza, Charlie Parker si esprime con accenti di semplice bellezza a cui perfino lui aveva attinto e attingerà pochissime altre volte. Proprio come uno che non apprezzi un notturno di Chopin o West End Blues, chi non apprezza questa musica, sia o non sia un appassionato del jazz, può affermare con sicurezza, cuore sereno e senza sensi di colpa di non essere fatto per la musica (esistono, persone così afflitte: ed è umana cosa averne compassione).
Just Friends (Klenner-Lewis), da «Charlie Parker - The Verve Years 1948-1950», Verve VE-2-2501. Charlie Parker Quartet With Jimmy Carroll Orchestra: Mitch Miller, oboe, corno inglese; Charlie Parker, sax alto; Bronislaw Gimpel, Max Hollander, Milton Lomask, violino; Frank Brieff, viola; Frank Miller, violoncello; Meyer Rosen, arpa; Stan Freeman, piano; Ray Brown, contrabbasso; Buddy Rich, batteria. Registrato il 30 novembre 1949.
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4 commenti:
gli archi sono un po' cicisbei ma contribuiscono a valorizzare, a contrasto, il bellissimo assolo.
Proprio così. Fra l'altro il primo violino, Bronislaw Gimpel, è stato un solista e didatta importante.
e diciamo anche che in una struttura "chiusa" come un arrangiamento Parker è costretto ad essere sintetico e questo non è sempre un male.
O magari Parker era abbastanza intelligente da poter capire da solo la forma di un brano e le esigenze del suo arrangiamento, no?
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