Menù leggerino di metà settimana. La qualità ne è tuttavia garantita dallo chaperonage dell’a noi cara Trudy Pitt all’organo.
Willie Jackson (1932-1987) fu un sax tenore della Florida che ebbe una buona carriera nel rhythm’n’blues soprattutto come session man e come direttore musicale per la moglie, la famosa cantante Ruth Brown. Per la Prestige fece alcuni dischi negli anni Sessanta, improntati a un soul jazz senza raffinatezze, molto conservatore (qui siamo nel 1968, ma potremmo essere nel ’60 se non fosse per il basso elettrico) ma piacevolmente genuino. Oggi ti becchi anche la ragazza di Ipanema, pensa te, a ritmo shuffle.
Good To The Damn Bone (Jackson), da «Star Bag», Prestige PR-7571. Willie Jackson, sax tenore; Trudy Pitts, organo; Bill Jennings, chitarra; Jimmy Lewis, basso elettrico; Bobby Donaldson, batteria; Victor Allende, conga. Registrato il 22 marzo 1968.
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The Girl From Ipanema (Jobim-de Moraes-Gimbel), id.
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2 commenti:
Saranno le mie vecchie orecchie - e depravate. Ma su "Good To The Damn Bone" ci posso canticchiare il geghegè di Rita Pavone (cioè: Canfora-Wertmuller, 1966). Roba da pazzi! Del resto...
Trascrivo, per le generazioni che non hanno vissuto quegli anni, il testo immortale: "Abbiamo un riff (geghe geghe geghegè) - che fa così (geghe geghe geghegè) - e questo riff (geghe geghe geghegè) - vuol dire che (geghe geghe geghegè) - il mio saluto è geghegè (geghe geghe geghegè)".
In questo modo il menù si è fatto leggerissimo.
Se non ci fossi tu! Anzi, te! :-)
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