In un discorso (quale questo blog anche vuole essere) sul repertorio del jazz, inevitabilmente ricorrono i travisamenti di What Is This Thing Called Love, lo standard più visitato e più contraffatto dai jazzisti moderni. Questo magnifico quintetto riunisce due protagonisti del bebop, anzianotti ma tutt’altro che past their prime, e una ritmica d’eccellenza, in cui si ascolta con piacere il grande pianista Albert Dailey (1938-1984), qui alla sua ultima incisione.
(Segue una composizione di Tadd Dameron che ben meriterebbe l’inserimento nel repertorio).
Greenhouse (Bobby Porcelli), da «Social Call», Uptown UPCD 27.50. Red Rodney, tromba; Charlie Rouse, sax tenore; Albert Dailey, piano; Cecil McBee, contrabbasso; Kenny Washington, batteria. Registrato il 21 gennaio 1984.
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Casbah (Dameron), id.
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