L’Hammond B-3 (…) generava una sonorità enorme, che nemmeno i pubblici più rumorosi del ghetto riuscivano a sopraffare. Era anche il primo sintetizzatore, in grado di ottenere una varietà di colori. (…). In generale, nel suo arsenale di lamenti, ruggiti e ansiti, nelle suoi flutti di ostinati striduli, c’era qualcosa di vociferante, di viscerale, che riusciva gradito agli ascoltatori di colore.
(D.H. Rosenthal, «Hard Bop. Jazz & Black Music 1955-1965»,
Oxford University Press 1992, p. 111).
Oxford University Press 1992, p. 111).
Ancora più sorprendente, forse, è constatare quanti di quegli organisti fossero davvero bravi. Oggi senti Trudy Pitts (1932-2010), di Filadelfia, che fu registrata dalla Prestige. Trudy non sfigura accanto a nessuno dei nomi maggiori dell’organo; imposta sullo strumento un suono particolare, un po’ nasale, hard, che sa variare a proposito, e ha uno swing da un quintale. Lascia anche spazio al chitarrista Wilbert Longmire, piacevolmente iperattivo in assolo. Il batterista Carney era il marito di Trudy.
Never My Love (Bacharach), da «The Excitement of Trudy Pitts - Recorded Live! at Club Baron», Prestige 7583. Trudy Pitts, organo; Wilbert Longmire, chitarra; Bill Carney, batteria. Registrato il 24 maggio 1968.
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Autumn Leaves (Prevert-Kozma), id.
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7 commenti:
Era brava anche come cantante, e la ricordo pianista in un disco ("Other Folks' Music") del mio amato Roland Kirk.
Insostituibile Lanciancese. Fra l'altro era una musicista di ottimi studi, diplomata alla Juilliard.
Non solo. E' stata una signora che ha tirato su valanghe di musicisti di Filadelfia (da Orrin Evans a Tim Warfield e tanti altri), oltre ad aver avuto parecchio a che fare con il (e non poco insegnato al) giovane Coltrane.
LC
Insomma, varrà la pena riparlarne, della Trudy.
http://www.allaboutjazz.com/php/article.php?id=42584#.UJBECWknAiI
LC
Bel personaggio anche il marito-manager!
Gemme misconosciute.
M.G.
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